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I 90 anni di Franco Zangirolami, il fornaio buono più del pane
Lo storico panettiere di Ponderano racconta storie e aneddoti, frutto di oltre mezzo secolo di lavoro trascorso nel vecchio forno di via Mazzini
Un piccolo angolo del paese che è stato il rifugio di centinaia di persone, un vero e proprio punto di riferimento. Un piccolo laboratorio da panettiere, detto anche “pastino”, un luogo da dove per oltre mezzo secolo si sono diffuse fragranze e note di lievitazione.
Lo storico panettiere del paese Franco Zangirolami fra qualche giorno compirà 90 anni.
Franco Zangirolami, lo storico panettiere di Ponderano, si racconta
Pare ancora di vederlo li, dietro alle macchine impastatrici con le mani imbiancate di farina in quel luogo che, come già detto, è stato un vero e proprio punto di ritrovo. Franco è andato in pensione 13 anni fa.
«Sono sulla soglia delle 90 primavere, sto bene, esco tutte le mattine per andare al cimitero a trovare mia moglie Emilia; è morta 5 anni fa, mi manca tanto, era tutta la mia vita».
“Iniziai a lavorare a 8 anni. Aprire un’attività tutta mia fu la realizzazione di un sogno”
Franco racconta uno spaccato di vita dei suoi lunghi anni trascorsi tra panini, pizzette e altre prelibatezze.
«Sono arrivato a Ponderano all’inizio degli anni ‘60. Ero un giovane panettiere malgrado la mia lunga gavetta. Infatti iniziai a lavorare quand’ero ancora un bambino, avevo appena otto anni. Aprire un’attività tutta mia fu un sogno. Iniziai con grande impegno e volontà. Una volta non era come al giorno d’oggi, si doveva lavorare sodo ma soprattutto ottenere risultati; allora, solo a quel punto, si veniva ripagati. Io nel giro di poco tempo ne ottenni davvero tanti, tra questi uno molto importante: “la fiducia” dei miei clienti. Partivo da casa nel tardo pomeriggio con tanta voglia di fare. Entravo in qui locali come fossero parte di un mausoleo, portavo rispetto a quel posto che mi dava da vivere, era entrato nel mio cuore a pie’ pari. Così iniziava la mia nottata. Un tempo si faceva tutto a mano, non esisteva la tecnologia. Plasmavamo i panini come fossero delle opere d’arte, per non parlare dei grissini, che venivano stirati a mano uno a uno. Poi subito dopo, intorno a mezzanotte, si partiva con la fase relativa alla cottura. Pian piano dalla canna fumaria si disperdeva per tutto il paese il profumo del pane. Vivere di notte si prova una grande emozione, nella piena consapevolezza che mentre tutti dormono tu sei lì a mettere in atto la tua opera. Non posso negarlo, ho sempre amato il mio lavoro».
“Il mio mondo era racchiuso tra quelle quattro mura. Tanti clienti sono diventati amici”
Tanti sono gli aneddoti vissuti da Franco nel corso degli anni: «Il mio forno era considerato un po’ un vero e proprio punto di ritrovo. I primi clienti, parlo dei privati, perché noi producevamo soprattutto per le panetterie e le cascine presenti nelle varie vallate del Biellese, iniziavano ad arrivare intorno alle 6 del mattino. Con il tempo, tra me e loro era nata una bella amicizia. Venivano a comperare il pane, focacce, pizzette ma poi molti di loro si intrattenevano, si rideva e si scherzava, e molte volte capitava che mi raccontassero anche i fatti loro privati. Tutto questo mi faceva piacere. Il mio mondo era racchiuso lì, tra quelle quattro mura. Ovviamente, negli anni ho avuto la collaborazione di alcuni soci, mai sarei riuscito a fare tutto da solo. Avevamo una persona che al mattino presto faceva le consegne ai negozi di generi alimentari e alle panetterie. Tornavo a casa intorno a mezzogiorno, dopo circa 17 ore, ma devo essere sincero: lavoravo tanto ma ero contento, avevo sempre il sorriso sulle labbra che nascondeva la stanchezza. Una volta era così, si lavorava tanto, non esistevano festività, anzi, proprio durante i periodi festivi il lavoro aumentava in modo esponenziale».
“Dare una mano a chi ne ha bisogno è un atto di vera coscienza”
Franco ha sempre dato molto alla comunità: «Per molti anni – continua il panettiere nel suo racconto -, ho donato quotidianamente il pane ai frati del Vernato che a loro volta lo distribuivano ai bisognosi. Io ho sempre pensato che dare una mano a chi ne ha bisogno è un atto di vera coscienza».
L’uomo ricorda in particolar modo alcuni momenti di allegria trascorsi nel suo forno: «Non so quante scolaresche ho invitato. A me piaceva illustrare ai bambini il procedimento che porta alla realizzazione del pane. I loro visi allegri e innocenti mi donavano tanta felicità».
Agli auguri per i 90 anni di Franco si associa anche il sindaco del paese Roberto Locca: «Il nostro Franco è stato un grande e illustre personaggio. Gli auguro anche a nome dell’amministrazione comunale tanto bene».
Mauro Pollotti
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