Federica Valcauda bloccata a Tel Aviv nei giorni della guerra

Federica Valcauda bloccata a Tel Aviv nei giorni della guerra. Non solo il giornalista Elia Milani, da anni corrispondente di Mediaset in Israele. C’è un’altra biellese che ha vissuto da vicino l’incubo della guerra in Medio Oriente.

Si tratta appunto di Federica Valcauda, tesoriera di Europa Radicale. Per una settimana bloccata a Tel Aviv insieme agli altri componenti della delegazione italiana che ha incontrato varie associazioni della comunità Lgbtqia+ israeliana.

Federica Valcauda bloccata a Tel Aviv nei giorni della guerra

Federica ha passato le notti nel rifugio dell’albergo. Fino a venerdì scorso, quando è riuscita a lasciare Israele passando dall’Egitto, dove si è imbarcata su un volo diretto a Fiumicino. «La situazione è andata peggiorando – aveva raccontato la scorsa settimana -, prima le bombe cadevano solo di notte, poi gli allarmi antimissile hanno iniziato a risuonare anche di giorno».

«Ho vissuto da giorni la stessa esperienza che il popolo ucraino vive da oltre tre anni, ogni giorno. E con una ben minore protezione dai missili e droni russi, iraniani e nord coreani – continua -. Ma anche dal rifugio non potevo smettere di lottare per una soluzione politica della cosiddetta “questione palestinese”. Quello che accade a Gaza è stato coperto da quello che accade a Teheran e Tel Aviv. Ma i problemi restano, le persone restano e chiedono risposte. Dire “Due Popoli, due Stati” non basta. Bisogna battersi per “Due Popoli liberi in due Stati democratici”».

«Il popolo palestinese deve essere liberato dalla feroce dittatura di Hamas. Il popolo israeliano deve trovare il modo di liberarsi dall’ipoteca fascista e razzista dei partiti di destra con la loro incredibile ipocrisia. Chi si batte per la guerra totale a tutti i non ebrei si batte anche per confermare l’esenzione dal servizio militare per una grande fetta dei suoi elettori».
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