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Diamo un senso al Natale, non rendiamolo il periodo più ipocrita dell’anno

Pausa Caffè di Giorgio Pezzana

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Bollettino di guerra del fine settimana a Biella. Intanto la notizia della scarcerazione del marito dell’influencer Siu, italo-marocchina residente a Chiavazza, appena uscita dal coma, che sta scatenando polemiche a livello nazionale

BIELLA – Qualcuno nei primi giorni di dicembre, aveva postato su di un social in bella evidenza una frase: “E’ iniziato il mese più ipocrita dell’anno”.
Nei giorni a seguire, mi è capitato di leggere altre frasi dello stesso tenore.E mi sono ritrovato a domandarmi il perché di tanta amarezza, sia pure celata dietro ad un paravento d’ironia, lungo il cammino che conduce verso la festività che dovrebbe essere invece la più bella dell’anno: quella che ci ricorda la nascita di Gesù.

Non ho fatto fatica a trovare una risposta, anche perché in questi giorni è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo trasformato il giorno del compleanno di Gesù in un indegno mercato, alimentato da quella corsa ai regali che affiancata a tavolate pantagrueliche ha trasformato il Natale nell’apoteosi del consumismo.

E’ da mesi che i giornali e la televisione parlano di pandemia, di guerra, di crisi energetica. Sarebbe stato legittimo aspettarsi un vistoso rallentamento degli acquisti e delle prenotazioni ed invece, il traffico nelle città è caotico esattamente come negli anni in cui nessuna emergenza solcava il nostro Paese e i ristoranti stanno registrando il “sold out”, alcuni già da diversi giorni.

Verrebbe da dire che non esiste la povertà. Ed invece, non esiste solo per chi non la vuole vedere. E risulta poco visibile perché chi vive in situazioni di sofferenza non corre da un centro commerciale ad un negozio, alimentando il caos nelle città. Chi vive in condizioni di sofferenza, non riempirà i ristoranti il giorno di Natale. In Italia vivono oltre cinque milioni di persone in condizioni di povertà. Oltre cinque milioni di persone che vivono nell’ombra. Si tratta spesso di persone anziane e sole, o di famiglie che non possono più contare su di una busta paga ogni mese. Persone che quasi sempre vivono con discrezione e dignità situazioni di grande disagio, talvolta al freddo, perché le bollette vanno pagate e sono sempre più pesanti, spesso con cibi scarsi e di bassa qualità, perché anche i costi dei generi alimentari per molti sono diventati proibitivi. Ecco, il Natale dovrebbe essere più degli altri il giorno in cui volgere lo sguardo verso chi è meno fortunato.

Anche questo ci ha insegnato Gesù venendo al mondo. Accorgerci della sofferenza altrui per dare un senso reale ad un giorno di festa. E magari scoprire così che dicembre può non essere il “mese più ipocrita dell’anno”.

 

 

Giorgio Pezzana

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