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Dai banchi del “Gae Aulenti” alla Reggia di Versailles

La storia del giovane biellese Paolo Aiazzone

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Dai banchi del “Gae Aulenti” alla Reggia di Versailles. Dai campi di mirtilli del papà ai giardini più celebri del mondo. La storia di un giovane biellese che ha trasformato la passione per le piante in una carriera internazionale.

C’è chi sogna il palcoscenico, chi la passerella, chi un’azienda tutta sua. Paolo Aiazzone, allievo della IVBA del corso agrario dell’I.I.S. “Gae Aulenti”, invece, ha sempre sognato il silenzio di un giardino. Non uno qualsiasi: uno suo, da immaginare, disegnare, curare con pazienza e amore. Oggi, a soli 18 anni, quel sogno ha già messo radici solidissime tra le aiuole fiorite e i lunghi viali alberati della Reggia di Versailles, in Francia. Uno dei giardini più famosi e spettacolari del mondo.

Dai banchi del “Gae Aulenti” alla Reggia di Versailles

La storia di Paolo comincia tra le colline del Biellese, nell’azienda agricola di famiglia dove il papà coltiva mirtilli. Da bambino aiutava nei campi e, tra una zolla e l’altra, ha imparato ad ascoltare la natura.

«A dieci anni già tagliavo l’erba da solo», racconta in un’intervista andata in onda la scorsa settimana sul TG1. Quel legame con la terra è cresciuto insieme a lui, diventando passione vera durante gli anni all’istituto agrario. Dove ha studiato con impegno senza mai perdere il contatto con ciò che lo emozionava di più: le piante, la loro voce silenziosa.

«La pianta ti parla – racconta Paolo nell’intervista -. Ti chiede cura, rispetto, attenzione. Cresce se la ascolti».

Un modo di pensare che ha colpito chi lo ha conosciuto. Così, quando si è presentata l’occasione di uno stage internazionale organizzato dalla scuola, Paolo ha fatto le valigie. E qualche mese dopo, incredulo, si è trovato con un contratto in mano: giardiniere alla Reggia di Versailles. «Quando l’ho saputo non ci credevo. Vengo da una piccola città del Piemonte, da una scuola semplice. Mai avrei pensato di arrivare fin qui».

Invece sì. Con determinazione, ha imparato il francese, studiato le varietà di piante del giardino. E si è unito a una delle sette squadre che ogni giorno si occupano di mantenere in vita e splendore uno dei simboli più celebri della Francia.

Il giardino come un’opera d’arte vivente

Oggi guadagna 1.600 euro al mese e lavora fianco a fianco con esperti del verde, tra siepi scolpite, geometrie floreali e alberi secolari. Un’esperienza che lo ha cambiato: «Qui non si impara solo a potare o innaffiare: si impara a vedere il giardino come un’opera d’arte vivente».

Ma il viaggio di Paolo non finisce a Versailles. Una volta tornato in Italia, vuole completare gli studi e realizzare il suo sogno più grande: creare un giardino tutto suo. «L’ho promesso a mia nonna: un giorno disegnerò il mio giardino, magari in una villa, in un parco… ovunque sia, sarà mio».

Dal cuore verde del Piemonte ai fasti di Versailles, la sua è una storia semplice, fatta di terra sotto le unghie, di passione vera e di un sogno che profuma di fiori. E di futuro.
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