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Codice di condotta in bar e ristoranti: «Non è praticabile»

Il presidente di Confesercenti Sacco commenta il decreto Piantedosi: «Il titolare non può diventare un poliziotto»

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Codice di condotta in bar e ristoranti: «Non è praticabile». Il “cliente modello” si impegna a non introdurre armi, a non utilizzare spray al peperoncino, a non portare sostanze stupefacenti e ad avere un comportamento adeguato.

Queste sono solo alcune delle misure del “Codice di condotta dell’avventore modello” inserite nel recente decreto voluto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il codice dovrebbe essere affisso nei bar, nelle discoteche, negli alberghi, nei luoghi di intrattenimento. E’ contenuto nelle “Linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici”. E pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Codice di condotta in bar e ristoranti: «Non è praticabile»

Una novità che non piace e che rischia di rendere ancora più complicata la vita dei commercianti. Come sottolinea Angelo Sacco, presidente di Confesercenti Biella.

«Ho letto il decreto e la prima impressione che ho avuto e che sia di difficile applicazione. Concordo con Banchieri, presidente Fiepet, che si è detto sconcerto dal mancato coinvolgimento delle associazioni. E del tentativo di scaricare responsabilità, che spettano alle forze dell’ordine, sui gestori di bar, discoteche e simili. La sicurezza richiede una gestione strutturata, non il semplice trasferimento di oneri».

«Io, ovviamente, parlo della realtà di Biella – prosegue -, quella che conosco. Il titolare di un locale non può mettersi a fare il “poliziotto”. Non può assumersi questa responsabilità. E, visto il periodo, dubito che possa permettersi, almeno in una realtà come la nostra, di assumere qualcuno che lo faccia. Senza considerare che nel decreto si parla anche di sistemi di videosorveglianza e illuminazioni ad hoc. Tutti costi importanti che sarebbero a carico dei gestori».

«Un altro aspetto che non mi piace riguarda i cosiddetti “meccanismi premiali in favore degli esercenti virtuosi” – continua il presidente -. Tu aderisci, quindi sei “bravo” e allora io sono “bravo” con te. Anche in merito al codice di comportamento dei clienti, che andrebbe affisso nel locale, mi chiedo cosa dovrebbe fare il titolare per farlo rispettare? A mio avviso è un decreto che va rivisto prima di passare alla sua parte attuativa. E’ necessario un confronto che porti ad accordi seri, validi e praticabili».
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