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Bolle di Malto sconfiggerà i brontoloni

Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana

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Bollettino di guerra del fine settimana a Biella. Intanto la notizia della scarcerazione del marito dell’influencer Siu, italo-marocchina residente a Chiavazza, appena uscita dal coma, che sta scatenando polemiche a livello nazionale

A chi si lamenta per i clamori di Bolle di Malto, l’ex sindaco di Biella, Giancluca Susta, ricorda giustamente che il capoluogo non può trasformarsi in una sorta di ospizio per anziani solo per assecondare l’intolleranza di alcuni. Ed ha ragione.

Bolle di Malto poi è una manifestazione che sta dando riscontri di partecipazione molto rilevanti, come a Biella non accadeva da tempo. E’ un’iniziativa scaltra ed al passo con i tempi. Scaltra perché dietro alla parvenza di una grande festa per tutti, cela un business in crescita esponenziale che è quello dei produttori di birre artigianali. In un’epoca in cui la musica la sentono tutti, ma non l’ascolta quasi più nessuno, l’offrire la possibilità di un approccio con tante birre promosse da altrettanti piccoli produttori, lasciando la musica sullo sfondo, ma apparentemente ben presente, è una furbata.

Ed è al passo con i tempi perché la vera protagonista, che è la birra, risponde esattamente alle attese della gente che non è alla ricerca di suoni, ma di gusti, come rivela da tempo il successo di tante sagre di paese che pongono in primo piano ciò che sta in tavola più di quanto non offrano palcoscenici, cantanti e strumenti musicali. E’ un’evoluzione che testimonia un evidente cambio di marcia che avvicina assai di più ai piaceri dei cibo che non a quelli dello spirito.

Sono remoti i tempi in cui Fabrizio De André allo stadio La Marmora veniva ascoltato in religioso silenzio da diecimila persone. E, del resto, cosa di più vicino ad un De André può offrire oggi la canzone contemporanea? Nulla. Ecco perché Bolle di Malto non ha bisogno di particolari alchimie per incontrare i favori del pubblico: offre ciò che la gente cerca, buona birra, socializzazione spesso un po’ caciarona ed una musica di sottofondo appena di poco più rilevante del clangore di bicchieri, piatti e posate.

C’è di dice “no” come qualcuno faceva osservare in questi giorni. Sono gli stessi che dicevano “no” alla musica dal vivo, al carnevale, alle marmitte dei motorini di passaggio. Bolle di Malto piace ed è un affare. Il fatto che piaccia ha una relativa importanza, ma il fatto che sia un affare metta il cuore in pace ai brontoloni di turno. Questa volta non la spunteranno.

Giorgio Pezzana

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