Attualità
Biella ricorda il vicequestore Francesco Cusano, ucciso 45 anni fa dalle Br
Mercoledì la Polizia ricorderà il vicequestore aggiunto Francesco Cusano, medaglia d’oro al valor civile e vittima del terrorismo
BIELLA – Mercoledì, 1° settembre, la Polizia di Stato ricorderà e renderà onore al vice questore aggiunto di pubblica sicurezza Francesco Cusano, medaglia d’oro al valor civile e vittima del terrorismo, nel 45° anniversario della sua uccisione da parte delle Brigate Rosse.
In un contesto di rigorosa sobrietà, alle 11.30, presso il Cippo evocativo sito in Largo Cusano all’interno dei Giardini Zumaglini, sarà deposta una corona d’alloro, con la benedizione del vescovo di Biella, monsignor Roberto Farinella. Alla cerimonia saranno presenti le massime autorità di Biella e provincia, la vedova del funzionario, professoressa Giuseppina Porcaro, e il figlio Maurizio, vice questore della Polizia di Stato in quiescenza.
L’omicidio del vicequestore Francesco Cusano
“Vicequestore ucciso da due banditi a rivoltellate”: così titolava La Stampa di giovedì 2 settembre 1976, all’indomani dell’accaduto. Biella, 1° settembre 1976. Una delle tante sere di fine estate. Francesco Cusano, vicequestore aggiunto nativo di Avellino, e l’appuntato Primo Anceschi, entrambi in borghese. Doveva essere un rapido giro di osservazione, in una città dove “non succede mai nulla”.
Una Fiat 131 targata Milano, color oro, che procede a velocità abbastanza sostenuta. Rallenta, accosta, si ferma tra i Giardini Zumaglini e l’attuale via Lamarmora. Due persone a bordo, sembrano ragazzi, probabilmente stanno aspettando qualcosa. Intorno il deserto, non c’è anima viva. Un normale controllo dei documenti, chiedono i due poliziotti.
Paolo Sicca, questo il nome sulla patente, ma si nota subito che è falsa. C’è qualcosa che non va, urge un controllo più approfondito in questura. Una rivoltella, saltata fuori dal nulla. Tre colpi, e Cusano, colpito al petto, crolla a terra in silenzio. Anceschi si ripara, tenta di reagire al fuoco, ma la Fiat è già lontana. Le sirene dell’ambulanza, ma ormai è troppo tardi. Il vicequestore è morto, aveva solo 51 anni.
Le indagini
Le indagini identificheranno il responsabile in Lauro Azzolini e l’altro passeggero della vettura in Calogero Diana. Lo stesso Azzolini che un anno più tardi avrebbe partecipato alla gambizzazione di Indro Montanelli, lo stesso Azzolini che due anni più tardi avrebbe partecipato al sequestro di Aldo Moro.
Le Brigate Rosse, forse la maggiore organizzazione terroristica europea del secondo dopoguerra, di matrice marxista-leninista. Perché Biella? Perché era la base logistica più adatta, così vicina alle grandi città e al contempo così isolata.
Sì, l’omicidio di Cusano non è che un piccolo pezzo della storia italiana. Un piccolo tassello in un complesso e controverso mosaico di eventi. Ma è anche un invito a non dimenticare il passato, a non scordarsi della propria storia, ad interrogarsi, sempre e ancora, sul presente e sulle sue dinamiche. Cusano, un nome impresso a caratteri indelebili nella nostra memoria collettiva. Cusano, un nome che a Biella significa e significherà sempre qualcosa. Cusano è tutto questo, quarant’anni dopo.
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