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Barbara Greggio risponde all’associazione Biella nel cuore: “Non è l’ora dei giocatori individuali”

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BIELLA – L’assessore Barbara Greggio risponde all’associazione Biella nel cuore in merito alla questone degli omini di Keith Haring in via Vescovado. (leggi qui la polemica)

Il presidente Roberto Franco dell’associazione “Biella nel cuore” chiede alla giunta e alla sottoscritta in particolare delle risposte in riferimento al mancato assenso per la posa di omini di Keith Haring in via Vescovado. Lamenta di aver ricevuto solo una telefonata piuttosto che una lettera scritta rispetto alla sua richiesta. La giunta ha privilegiato la sostanza alla forma. Proprio perché siamo in emergenza epidemiologica da diverse settimane e i vari D.P.C.M. hanno imposto agli enti pubblici di mantenere funzionali solo i servizi essenziali e il personale è stato dirottato a svolgere le priorità legate all’emergenza della cittadinanza. Precedenza quindi alle risposte di tutela della cittadinanza al virus rispetto agli addobbi di una singola via.

E durante il periodo di quarantena, mentre il presidente dell’associazione si dedicava al colore delle sagome degli omini di Keith Haring, il Comune di Biella non è rimasto  immobile, anzi ha adottato misure amministrative e di solidarietà importanti: è stata attivata l’assistenza e la promozione delle consegne a domicilio per permettere una minima entrata alle attività in stato di fermo, abbiamo aperto un tavolo con le associazioni di categoria di tutte le attività economiche (commercianti incluse) per affrontare tutti i temi che si sono presentati in queste settimane, abbiamo trattato con le banche per un accesso facilitato al credito, affrontato il tema della ripartenza con le organizzazioni sindacali, rimodulato le aree mercatali  con  le misure di distanziamento sociale, supportato gli anziani con le attività di taxi ed i noleggiatori  con conducente per il ritiro delle pensioni, erogato buoni spesa alle persone che si sono trovate senza un reddito e assistito i negozi alimentari di vicinato nella convenzione comunale, attivato una convenzione per assistenza psicologica alle imprese ed ai propri dipendenti con Asl Biella , consegnato le mascherine ai negozianti che dovevano garantire l’apertura e supportato le imprese nell’adozione dei protocolli d’intesa ed infine stanziato un fondo di solidarietà per le imprese di ben 200.000 euro. Non ultimo dalla scorsa settimana è stata lanciata la campagna Made in Biella per aiutare tutte le attività economiche e produttive. 

Mentre si predisponeva il piano di rilancio per le imprese e per i nuovi posizionamenti dei dehor, mentre con le associazioni di categoria si lavora su progetti comuni in piena sinergia, mentre si prolungano i buoni spesa e le file della nuova povertà biellese si allungano, ecco arrivare la richiesta di inserire striscioni e omini Haring in via Vescovado e galleria da parte di Roberto Franco. Una proposta che sinceramente poco o nulla aggiunge di così determinante per la ripresa del commercio cittadino. Ecco che quindi la critica avanzata per una mancata lettera sostituita da una telefonata è una mancanza di rispetto non verso di me o verso la giunta, ma verso tutti i dipendenti e volontari che da tre mesi si dedicano anima e corpo, giorno e notte, a risolvere problematiche serie e concrete derivanti dal lockdown e dalla pandemia. Il periodo storico ed economico attuale presuppone serietà e collaborazione. 

La nostra giunta punta al lavoro di squadra. Esempio è stata l’organizzazione del Natale in cui sono state coinvolte tutte le categorie nella promozione della città nella sua interezza. Questo è il nostro obiettivo: avere una città che si identifichi in sé stessa, fatta di iniziative che mirino alla sua visibilità globale e non tanti giocatori individuali che rischiano di disperdere energie, risorse e obiettivi. Se c’è unità di intenti il risultato lo si raggiunge: il riconoscimento  di Biella nell’Unesco Creative Cities Network ne è la prova.  Puntiamo quindi sulla nostra specifica identità e vocazione, riferendoci al patrimonio di conoscenze e maestrie nell’ambito manifatturiero (e laniero nello specifico), riconoscendo in questo l’elemento trainante del nostro sviluppo culturale complessivo. A Biella sono stati fondati marchi di moda tra i più rilevanti nel settore e un enorme patrimonio immateriale creativo sul tema è ancora il cuore della vita cittadina. 

Ecco perché non possiamo accettare ogni singola proposta, finalizzata a sé stessa e priva del legame con il nostro territorio, sempre più depauperato della nostra identità. Invito invece tutti i cittadini, tutte le attività imprenditoriali, a presentare progetti che promuovano la città nel suo complesso e ne rivelino nuovi affascinanti aspetti valorizzandone la sua identità storica. Su queste partite, con queste logiche e prospettive mirate al beneficio complessivo della città, l’Amministrazione è e sarà sempre presente in prima linea.

Barbara Greggio

Assessore alle Attività economiche, Commercio, Turismo, Montagna, Unesco

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1 Commento

1 Commento

  1. Tutti chiacchere e distintivo...

    21 Maggio 2020 at 10:00

    ovvero: la proposta non è nostra quindi non ci piace.

    L’elenco di “cose fatte” qui proposto come giustificazione per non aver accettato di piazzare gli omini colorati, rientra nell’elenco dei doveri della giunta. Non avesse agito in un momento come questo, ne avrebbe pagato lo scotto in tempi brevissimi; inoltre, è un’argomentazione priva di senso: “non accettiamo la vostra proposta perché abbiamo già fatto un sacco di cose…” Lo vedete che non ha senso, sì?

    L’argomentazione sul primato manifatturiero/laniero, messa così a ufo, poi, è via di mezzo tra il nonsense (non ci azzecca assolutamente nulla) ed il velato insulto, magari non voluto ma chiaramente intuibile: i commercianti di via Italia si attacchino al tram perché a noi interessano prima di tutto le grandi aziende tessili. Probabilmente, molti di quei commercianti vendono, tra le altre cose, anche i prodotti di quelle aziende tessili.

    C’è poi il vecchio gioco dello spostamento dell’argomentazione avversaria per farla sembrare sciocca: ho letto l’articolo precedente, e la lamentela relativa alla “telefonata” non mi ha certo fatto pensare: “ah, volevano comunicazione scritta in triplice copia…” Chiaramente volevano argomentazioni al diniego meno lapidarie di quelle ricevute al telefono. Una lettera al giornale sarebbe potuta servire allo scopo, peccato per il modo in cui avete deciso di usare questo mezzo.

    Non ho giocatori nella partita, ma vedere questo genere di polemiche inutili per una cosa tanto piccola mi deprime. Se volete rifiutare una proposta, rifiutatela in maniera pragmatica magari ricordando le regole del vivere civile e ringraziando per la proposta, indicando eventuali costi di posa/manodopera in un periodo in cui entrambi sono carenti, e/o rimandando ad altre iniziative già prese per ravvivare l’aspetto (ricordo che le altre misure indicate nella lettera fanno sempre parte dell’elenco di cose necessarie di cui la giunta DEVE occuparsi, in questo periodo), di quella parte di città messa a dura prova dalla concorrenza del centro commerciale (mostrare empatia per i problemi della cittadinanza dovrebbe essere una dote da mantenere anche al di fuori del periodo elettorale), e il perché gli omini entrerebbero in conflitto con esse.

    Soliloqui sterili come questo lasciateli fare ai parlamentari.

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