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Almo Toniolo, 93 anni a novembre: «È una vita dura, ma posso aiutare gli altri»

Nel 2013 ha perso il figlio Claudio all’età di 54 anni e nel 2020 è mancata anche sua moglie Graziella, ma lui non si arrende

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COSSATO – Almo Toniolo, classe 1928, 93 anni a novembre, ci ospita nella sua casa per raccontare una storia che dà un senso incredibile alla vita.

Il 26 luglio 2013 muore il figlio Claudio all’età di 54 anni, e il 5 settembre 2020 viene a mancare anche la moglie, e lui ha un’idea.

«C’erano  ancora da me gli addetti delle pompe funebri per organizzare il funerale di Graziella, quando ho pensato che avrei potuto fare una donazione alla memoria di entrambi. Ricordo di aver chiesto a loro cosa ne pensassero – spiega -. Avrei potuto donare un’ambulanza alla Croce rossa.  Nei giorni successivi sono andato a informarmi direttamente nella sede di Cossato. Si sono sorpresi un po’ tutti e nonostante mi avessero spiegato che occorreva tempo ad acquistare, smontare e allestire un mezzo, io ho chiesto che la cosa si potesse fare in tempi rapidi. L’officina di riferimento ha poi trovato un Fiat Ducato già in preparazione, che ha assegnato a noi. Volevo che fosse un’ambulanza utile.
Ascoltando quelle che erano le necessità sanitarie, ho disposto affinché il veicolo fosse allestito con l’attrezzatura per il trasporto di organi, con la culla per i bambini piccoli e con la lettiga cingolata, adatta alle rampe delle scale.

La consegna ufficiale è avvenuta il 18 ottobre 2020, un anno fa. È un mezzo unico. So che nel Biellese viene utilizzato per trasporti da un ospedale all’altro».

Almo ci invita a conoscere Claudio, in quella che è stata la sua camera.
«Mia moglie non voleva che toccassi nulla – prosegue -, ma col tempo l’ho dovuta organizzare, anche soltanto per rinfrescare le pareti. Mio figlio amava la fotografia, la pittura e la musica. Aveva diverse chitarre e una di queste è stata utilizzata per creare una vetrofania per la tomba. Era un perito elettronico con la passione per l’arte».

Ci mostra poi l’immagine dell’ultima moto, “che purtroppo non ha avuto il tempo di usare”. Sulla scrivania ci sono le matite colorate e il libro con dedica, donato dal reparto di Oncologia dell’ospedale, in cui Claudio era ricoverato. Appesa al muro, che indica con l’indice, c’è la poesia scritta in occasione di una mostra di pittura realizzata in biblioteca. Poesia che don Mario, di cui era amico, aveva citato al funerale.

Prima di salutare, ricordando di essere ancora del tutto autonomo nelle sue faccende quotidiane, Almo ci mostra l’orto, che ormai cura il vicino di casa, che è una brava persona.

Per la fotografia a corredo di questo articolo, invece, si fa ritrarre con l’album delle immagini scattate il giorno dell’inaugurazione dell’ambulanza e, a far da sfondo, c’è un dipinto realizzato da suo figlio.

Anna Arietti

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