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Alberto Gnerro, un biellese icona dell’arrampicata sportiva in Europa

Ha ottenuto ottimi piazzamenti in Coppa del mondo ed è stato tre volte campione italiano

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Alberto Gnerro, un biellese icona dell’arrampicata sportiva in Europa

COSSATO – Alberto Gnerro, 55 anni, ha praticato arrampicata sportiva a livello agonistico nelle discipline ”lead”, con l’uso della corda di sicurezza, e “boulder”, senza, che si esegue ad altezze più basse, diventando un’icona dell’arrampicata europea con ottimi piazzamenti in Coppa del mondo. È stato campione italiano nel 1989, 1990 e nel 1992.

Alberto Gnerro icona dell’arrampicata sportiva in Europa

Come ti sei avvicinato alla specialità?
Mi ero iscritto a un corso del Cai di Biella nel 1986 – spiega – e mi era piaciuto. Nel tempo ho intrapreso l’arrampicata outdoor, attività che si svolge all’aperto. Ho iniziato a scalare soltanto in ambiente naturale, ma nel Biellese purtroppo abbiamo poche pareti che si prestano. Quindi viaggiavo parecchio. Andavo in Valle d’Aosta, a Finale Ligure e in Francia. L’attività si è evoluta in modo competitivo e la prima gara internazionale di arrampicata sportiva, “Sportroccia”, è stata organizzata nel 1985 a Bardonecchia. L’attività è diventata popolare grazie anche alla partecipazione di figure carismatiche, come Patrick Edlinger. La mia prima gara si è svolta nel 1987. All’epoca non esisteva ancora un circuito. Erano prove uniche. Scalavo da un anno, ma mi piazzai undicesimo. Partecipai alla Coppa del mondo dal 1988. Rimasi in nazionale fino al 2005.

Alberto, possiamo definirti un talento dell’arrampicata.
Oltre alle gare, ho sempre coltivato la passione per la prestazione in ambiente esterno, in siti naturali di roccia, ma come ho detto, non ho mai scalato nel Biellese perché non ci sono passaggi idonei. Le pareti sono facili, adatte per chi vuole iniziare. Solo qualcosa è stato valorizzato in Valle Cervo. Per l’arrampicata sportiva propriamente detta si deve guardare altrove, aspetto che permette di viaggiare e di scoprire nuove realtà. Ho poi ripreso l’attività nel 2010 in Coppa Italia. È stato un anno positivo, fatto di buoni piazzamenti, ma ormai mi confrontavo con la nuova generazione. L’arrampicata si è evoluta con la nascita di palestre indoor, in ambiente coperto, soprattutto nel Nord Italia, diventando un’attività alla portata di tutti. Per tanti è un momento di svago in cui praticare attività fisica, per arrampicarsi in palestra, ma non in montagna.

Il concetto di scalata è cambiato nel tempo.
Il nostro spirito in origine era di scalare all’aperto. Coltivavamo le due varianti: in gara, in cui ci confrontavamo fra atleti, e fuori, a contatto con la natura. Nel 2006 ho avviato la prima palestra indoor, al chiuso, e nel 2019 è nata la scuola vera e propria, a Occhieppo Inferiore, con interesse sempre in crescita da parte di appassionati, soprattutto di bambini e giovani.

Sei ancora impegnato nell’ambito della Federazione internazionale?
Oltre ad allenarmi, lavoro come tracciatore, anche se non più a livello di Coppa del mondo – conclude Alberto Gnerro -. Mi occupo della preparazione degli itinerari per le gare sui quali poi gli atleti si sfidano. Ci tengo a dire che l’arrampicata non è assolutamente pericolosa, va praticata con coscienza, come per tutti gli sport. È la seconda attività più in crescita nel mondo.

 

Anna Arietti
anna.arietti@gmail.com

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