Cronaca
Animali lasciati morire in una stalla: trovate 30 carcasse a Veglio
C’è un indagato accusato del reato di abbandono, maltrattamenti e uccisione di animali
Animali lasciati morire in una stalla: trovate 30 carcasse a Veglio
Animali lasciati morire in una stalla: trovate 30 carcasse a Veglio
È stato un cane, scappato ad un escursionista, alla fine del mese di aprile u.s., a consentire la macabra scoperta che ha immediatamente indotto un turista ad effettuare la segnalazione alle Forze dell’Ordine.
Così i Carabinieri Forestali ed il Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Biella hanno fatto accesso in una stalla, in stato di abbandono, nel Comune di Veglio (Bi) per individuare quello che, a tutti gli effetti, è risultato essere “un cimitero di animali”.
Il ritrovamento di una trentina di scheletri di ovicaprini, le carcasse di un bovino e di un cane evidenziavano infatti, si da subito, una morte avvenuta quasi contemporaneamente degli animali da reddito e da compagnia, di cui erano rimaste solo le ossa e qualche ciuffo di pelo.
Lo stato dei luoghi permetteva di definire come tali morti fossero avvenute da parecchio tempo: le ossa disposte in modo tale da indicare che gli animali erano stati legati e lasciati morire senza cibo e senza acqua in un’atroce sofferenza ed il solo cane libero di circolare e quindi nella possibilità di tentare la sopravvivenza, cibandosi degli stessi capi che fino a poco tempo aveva accudito.
Le indagini, svolte dai Carabinieri della Stazione Forestale di Pray e del Nipaaf Carabinieri Forestali del Gruppo di Biella, sono state coordinate, sin da subito, dalla locale Procura della Repubblica.
Gli accertamenti, effettuati dai citati Carabinieri Forestali diretti e coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Biella Dottor Dario BERNARDESCHI, tramite l’incrocio dei dati estrapolati dalle banche dati dell’Anagrafe Nazionale, che fornisco tracciabilità degli animali da reddito e di quelli da compagnia, hanno permesso d’identificare, in pochissimo tempo, l’azienda a cui i capi erano riconducibili e quindi anche al responsabile della loro morte che, nel 2021, avrebbe abbandonato deliberatamente i capi lasciandoli al loro crudele destino.
Allo stato, un uomo 44enne residente in un comune della Valle di Mosso è indagato in stato di
libertà per i reati di abbandono animali (art.727 C.P.), uccisione di animali (544 bis C.P.),
maltrattamento di animali (544 ter C.P.) e abbandono di rifiuti (art. 256 D.lgs 152/2006).
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