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Riccardo, mi mancherai

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Ma cavoli Riccardo, stavolta l’hai fatta grossa veramente. Tante volte ci hai lasciato senza parole, e, per noi folli capaci di non condannare, con un sorriso amaro, ma scoprire per caso che questa volta ci hai lasciato e basta, così, per sempre… E già Riccardo M., dissacratore delle buone maniere, punto di riferimento e d’approdo di chi non ti ha mai capito veramente.

Mi ricordo il nostro primo incontro al Belletti Bona…non volevi tornare al freddo della strada. Ci siamo capiti subito e non mi hai mai detto una parola cattiva o di cattivo gusto. Quella volta ci siamo ritrovati ad essere d’accordo che la follia ha tante facce…quella di chi dorme in un bancomat…e quella di chi nel bancomat ti costringe a dormire perché sei non abile al sistema.

Ci siamo ritrovati o no Riccardo davanti ad un tè caldo. Quell’uomo violento dov’era? Quell’uomo che ha fatto impazzire questa nostra città con emozioni forti…non l’ho mai conosciuto. Il Riccardo che ho conosciuto aveva lo sguardo spento, senza speranza, vestiti sporchi e occhi chiari che non riflettevano più luce. Il Riccardo che ho conosciuto io è stato un uomo che mi ha sempre portato rispetto, un saluto educato e la richiesta di far due parole. E già Riccardo…folle Riccardo. Quelle tue parole uguali a tante di tante persone disperate davanti al sistema.

Oh, certo so già che a  legger queste parole in tanti insorgeranno. Chissà caro Riccardo quanti hanno commentato in modo non carino la tua partenza da questa città e da questa vita. Chissà quanti diranno che quello era il tuo destino. No Riccardo, io che lavoro coi bambini non mi arrenderò mai a pensare che un bambino voglia diventare un uomo per morire solo e circondato dagli sguardi della gente.

Ora che smetterai di “infastidire” questo mondo che non ti ha voluto bene potresti dire la verità Riccardo e so già le tue parole: “……no non posso dirle anche se le condivido”. Dai Riccardo ora non serve più abbassarsi i pantaloni…infastidire i passanti, dormire e mangiare a scrocco…ora non ti serve più prendere in giro il mondo perché anche il mondo non potrà più prendere in giro te.

Lo so che non puoi sentire…ma lo sai che ti ho davanti agli occhi seduto sulla panchina di APicella alle sette del mattino dopo una notte in treno…e lo sai che sento che mi mancherai Riccardo?

Si, mi mancherai Riccardo caro, la tua follia e quella ribellione magica di tante notti a dormire in un bancomat…proprio nel luogo simbolo delle banche, delle grandi im-prese in giro ai danni dei poveracci,tu ci dormivi e, solo noi, così ciechi, non abbiam capito che i “ cattivi” stavano dall’altra parte della notte. Addio Riccardo.

Alberto Scicolone

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