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L’Inter di Antonio Conte sogna un trofeo europeo dopo 10 anni di digiuno

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Durante una stagione calcistica come questa a cui abbiamo assistito, dove niente era scontato, parlare di una finale di Europa League che vede come protagonista una formazione italiana è una notizia sorprendente. Specialmente se arriva da parte di una squadra il cui allenatore, Antonio Conte, era considerato privo di una vera vocazione internazionale. Eppure il tecnico pugliese al suo primo anno all’Inter ha già centrato due obiettivi: il secondo posto in classifica, con un solo punto dietro la Juventus di Sarri, che vale un pass per la prossima stagione di Champions League, così come questa finale di Europa League contro i più quotati avversari del Siviglia. La formazione andalusa viene in effetti da tre titoli consecutivi vinti tra il 2014 e il 2016, proprio in questa competizione, di cui l’ultima vinta contro una big a livello europeo, ovvero il Liverpool.

La storia recente delle italiane in campo europeo
Per ritrovare in finale una squadra di club italiana in questa manifestazione bisogna tornare invece al Parma, che la vinse durante la stagione 1998-1999, mentre l’ultima squadra ad andarci vicino erano state il Napoli di Rafa Benitez e la Fiorentina di Vincenzo Montella, durante l’edizione 2014-2015, anche se entrambe vennero battute durante le semifinali, rispettivamente da Dnipro e Siviglia. In pratica l’Italia ha snobbato per lungo tempo questa competizione, nonostante fornisca comunque un pass diretto per la prima fascia di Champions League, oltre ai milioni in ballo come premio per chi vince il trofeo. Sarà una gara importante anche per quanto concerne pronostici e quote con 888 scommesse calcio visto che le attenzioni dei media sportivi saranno tutte concentrate su queste finali di Europa League e di Champions, a seguito di una lunga e anomala stagione calcistica. Bisogna fare un passo indietro per trovarsi di fronte la vecchia Coppa Uefa, manifestazione calcistica che era stata per lungo tempo una questione tra italiane, visto che tra il 1989 e il 1999 la Coppa venne vinta otto volte tra quattro squadre diverse: Napoli, Juventus, Inter e Parma. Era probabilmente un altro calcio dove vigevano ancora vecchie credenziali e non era ancora arrivata la definitiva consacrazione del calcio spagnolo, che di fatto ha creato uno spartiacque dove le squadre di club italiane hanno faticato a trovare un collocamento idoneo.

Verso la finale di Colonia per l’Inter di Conte
Certo, ci sono stati episodi in cui Milan e Inter su tutte, hanno mirato direttamente al palcoscenico più importante, quello della Champions League, trofeo che la Juventus, nonostante i record in Italia, non riesce più a vincere da più di vent’anni. Con l’Inter di Conte torniamo almeno a disputare una finale europea dopo Cardiff, quando la Juventus di Allegri affrontò il Real Madrid, perdendo 4-1. Era la seconda finale in tre anni, visto che durante l’edizione del 2015 i bianconeri erano stati già sconfitti dal Barcellona di Lionel Messi, l’ultima finale per la formazione Blaugrana, tra l’altro. Esattamente dieci anni dopo la finale di Madrid, l’Inter torna quindi a disputare una finale di una competizione europea, con tante dinamiche che sono rapidamente cambiate. Si pensi ad esempio allo strapotere di Spagna e Inghilterra, che quest’anno hanno interrotto un ciclo vincente, visto che la Premier League, in particolare lo scorso anno aveva mandato in finale ben 4 squadre su quattro, tra Champions ed Europa League. Un segno dei tempi o forse un ciclo calcistico che era destinato a concludersi, inevitabilmente.

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