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Laboratorio da 1.000 analisi al giorno? «E’ una bufala, al massimo sono 320»

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Sindacati sul piede di guerra con la Regione Piemonte per i tamponi del “Covid-19”. L’attacco è legato al Laboratorio analisi presente nell’ospedale biellese. Una struttura all’avanguardia con attrezzature sofisticate e personale altamente specializzato. Cgil, Cisl e Uil attaccano il presidente Alberto Cirio e la sua giunta perché ritengono il servizio biellese svilito e poco utilizzato, a fronte di promesse ma concretizzatesi. “Recentemente dalla Regione sono state diffusi comunicati stampa che annunciavano l’obiettivo di oltre 600 tamponi al giorno. «Questo dopo aver prospettato, nei mesi scorsi, il traguardo addirittura di mille tamponi al giorno – spiega Cristina Martiner, segretaria della Funzione pubblica della Cgil -. Invece ogni giorni a Biella ne vengono realizzati circa 320. Questo vuol dire che circa 100 tamponi al giorno vengono processati a Novara. Insomma siamo alla solita politica degli annunci da parte della classe dirigente regionale, con conseguenze negative per i cittadini. Perché è chiaro che i tempi di attesa per i risultati in questo modo si allungano, con problemi non di poco conto per chi deve lavorare e aspetta il risultato del tampone fatto».


E ancora: «Il Laboratorio analisi è davvero un’eccellenza che merita di essere valorizzato, avendo la possibilità di soddisfare le esigenze non solo del Biellese ma anche di molte altre aree piemontesi. I fatidici mille tamponi al giorno sarebbero un obiettivo raggiungibile, se però la Regione investisse davvero in questa struttura. Invece siamo alla solita politica degli annunci sui giornali».


La sindacalista precisa: «Nel nostro Laboratorio analisi il terzo macchinario annunciato dalla Regione non è ancora operativo. Si tratta di uno strumento particolare, che però necessità di spazi appositi e di adeguate misure per poter essere utilizzato al meglio. Bene. Tutto questo lavoro non è stato fatto e così questo strumento è di fatto inutilizzato da un mese. Ma i guai non finiscono qui. Per aumentare il numero di tamponi va potenziato il numero del personale nei reparti, come ben sanno in Regione. Invece i dipendenti sono sempre gli stessi, tra l’altro sottoposti a carichi di lavoro molto pesanti».
Paolo la Bua

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