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Il santuario di San Giovanni d’Andorno riapre ai fedeli e ai turisti. Aperto anche il rifugio della Galleria Rosazza

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BIELLA – Il Santuario di San Giovanni d’Andorno riapre al turismo. Così come lo ha già fatto il rifugio della Galleria Rosazza che lo scorso week-end ha inaugurato la stagione estiva 2020. A darne conferma è la Fondazione Opera Pia Laicale San Giovanni che gestisce il complesso religioso e la struttura alpina situata in cima alla strada panoramica che unisce Valle Cervo e Oropa, collegamento ora nuovamente fruibile alle auto per tutta la sua lunghezza dopo la lunga chiusura invernale. Così, per fortuna, non è stato.

La riapertura delle attività commerciali di San Giovanni d’Andorno è certamente una buona notizia anche perchè non scontata, ancor più in questo difficilissimo periodo economico. Lo scorso autunno la Fondazione diretta dal presidente Pier Luigi Touscoz aveva aperto un apposito bando per la gestione di bar e albergo presenti all’interno della struttura religiosa ma la crisi sanitaria avrebbe potuto compromettere l’intera operazione. Così, per fortuna, non è stato.

«Per quanto riguarda il bar – afferma il presidente Touscoz – ormai possiamo dire che è questione di ore. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ci saranno gli ultimi controlli per verificare l’applicazione delle norme di sicurezza per far fronte all’emergenza covid e quindi la riapertura è questione di giorni, certamente il bar sarà aperto al pubblico sin dal prossimo week-end». Dallo stesso Touscoz arriva anche la conferma della riapertura dell’albergo composto da 20 camere per un totale di 56 posti letto anche se in questo caso i termini potrebbero essere più lunghi.
Come detto la Fondazione è proprietaria anche del rifugio della Galleria Rosazza: «In questo caso la riapertura è già avvenuta lo scorso week-end e dunque la stagione estiva è ripartita a pieno titolo».

Quando si parla di San Giovanni d’Andorno, ovviamente non si può dimenticare l’aspetto religioso del luogo sacro uno dei pochissimi santuari dedicati a San Giovanni Battista in Italia (e forse in Europa) la cui esistenza è contenuta in un documento del 1512 che fa riferimento a San Giovanni Battista della balma (grotta, caverna, spelonca), dove tuttora è conservata la statua lignea del Santo: «Finalmente i fedeli possono ritornare ad assistere le cerimonie religiose, rispettando ovviamente le regole sul distanziamento».

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