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Diga, ora aprite gli occhi
Riportiamo dalla sentenza: “Risulta infatti provato come il Consorzio abbia disperso, nel 2006 e poi anche nel 2007, una significativa quantità d’acqua irrigua destinata agli agricoltori del distretto di Albano dapprima attraverso la chiusura del cavo sulla roggia della Lonza (che serve il Distretto di Albano) e, quindi, convogliando un’ingente quantità d’acqua verso il Fiume Sesia, dove finiva in discarica. […] Risulterebbe inoltre comprovato che l’ordine di omettere la disponibilità d’acqua agli agricoltori sia stato formulato dai vertici del Consorzio stesso e
non assunto come iniziativa di singoli dipendenti.”
Durante quattro anni anni di lotta incessante su tutti i piani per contrastare il progetto del Consorzio
Bonifica della Baraggia di costruire una nuova diga in Valsessera, in varie occasioni abbiamo insistito
nel dire che il deficit idrico sbandierato dallo stesso Consorzio non è coerente con i dati della
produzione risicola, che ha mantenuto nel tempo una pressoché costante media di produzione per
ettaro, indipendentemente dalla maggiore o minore siccitosità dell’annata.
Già alla fine del 2012, subito dopo la diffusione dei dati sull’annata risicola appena conclusa e a seguito
di un sedicente convegno (in realtà un’attività promozionale) organizzato dal Consorzio a Roma per
fare pressing sui livelli decisionali centrali, affermavamo che: “Anche nel 2012, ritenuto anno climatico avverso per le scarse precipitazioni, non si sono verificati detrimenti né sulla quantità né sulla qualità della produzione risicola.
La coltura risicola nell’area Sesia si conferma la meno deficitaria e la meno sofferente alle avversità climatiche e la necessità di un nuovo invaso per queste colture non è giustificata né, tantomeno, urgente o strategica. Sia “Il sole24ore” che la CIA fanno presente che il crollo dei prezzi del riso comporta una contrazione delle superfici coltivate, incrementata dagli effetti del PAC europeo. Gli allarmismi sull’incidenza dei fenomeni siccitosi sulla produzione risicola espressi nel convegno romano promosso dal Consorzio di Bonifica (e la necessità del nuovo
invaso in Valsessera) sono stati dunque nuovamente sconfessati dai dati concreti, ossia dalla produzione risicola 2012“.
Quello che noi allora denunciavamo risulta ora comprovato da una sentenza del Tribunale di Vercelli per una causa civile che ha visto coinvolti il Consorzio Bonifica della Baraggia e un soggetto terzo. La causa, intentata dal Consorzio, verteva sul fatto che negli anni 2006 e 2007 gli agricoltori di una vasta area agricola del distretto di Albano denunciavano il fatto che l’acqua necessaria alle coltivazioni veniva negata agli stessi e, pur disponibile in abbondanza, scaricata nuovamente in Sesia per giustificare deficit idrici inesistenti, da usare strumentalmente per sostenere la finta necessità di una nuova diga.
Riportiamo dalla sentenza: “Risulta infatti provato come il Consorzio abbia disperso, nel 2006 e poi anche nel 2007, una significativa quantità d’acqua irrigua destinata agli agricoltori del distretto di Albano dapprima attraverso la chiusura del cavo sulla roggia della Lonza (che serve il Distretto di Albano) e, quindi, convogliando un’ingente quantità d’acqua verso il Fiume Sesia, dove finiva in discarica. […] Risulterebbe inoltre comprovato che l’ordine di omettere la disponibilità d’acqua agli agricoltori sia stato formulato dai vertici del Consorzio stesso e
non assunto come iniziativa di singoli dipendenti.”
Non siamo solo noi a dirlo, ora, ma una sentenza di Tribunale: il Consorzio Bonifica della Baraggia usa il tema della scarsità d’acqua (o addirittura la provoca in maniera premeditata) per fare business, per accedere cioè a enormi finanziamenti statali da gestire nella progettazione e nella realizzazione di opere che non sono né utili né necessarie alla collettività, e che anzi comportano danni non mitigabili e irreversibili.
Noi crediamo che una sentenza come questa debba far aprire gli occhi a tutti, e che dimostri inequivocabilmente la vera natura del Consorzio di Bonifica della Baraggia e della sua direzione.
Gian Matteo Passuel
(Per l’Associazione “Custodiamo la Valsessera”)
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