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Cure covid a domicilio
BIELLA ì- L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) si è resa disponibile al confronto con le rappresentanze sanitarie per ragionare sui dati delle singole sperimentazioni regionali e valutare l’eventualità di protocolli alternativi. Se l’idrossiclorochina non va bene, occorre concordare altre soluzioni, altrimenti viene meno il perno su cui ruota gran parte della strategia di cura domiciliare dei pazienti covid e si rischia di tornare ad affollare gli ospedali mettendone in crisi l’operatività. In Piemonte, i protocolli farmacologici di cura domiciliare del covid con idrossiclorochina, in fase precoce, hanno dato risultati molto incoraggianti, che siamo in grado di documentare. Chiediamo l’attivazione di un “registro 648” per consentire l’erogazione di questo farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale per la somministrazione domiciliare. L’Aifa ci fornirà, per contro, gli studi sui quali ha deciso di bloccarne l’utilizzo».
Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e coordinatore nazionale della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Luigi Genesio Icardi, dopo l’incontro di stamattina, nell’ambito della stessa Commissione, con il direttore dell’Aifa Nicola Magrini e la presidente della Commissione tecnico scientifica dell’Aifa, Patrizia Popoli.
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