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Salute

Testimone di Geova operato per un aneurisma senza trasfusione di sangue

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Testimone di Geova. Mai fino ad ora all’Ospedale di Biella erano stati eseguiti senza emotrasfusioni due interventi per un doppio aneurisma aortico, peraltro su un paziente cardiopatico che anni prima era stato colpito da un infarto. La complessità delle operazioni – uno degli aneurismi misurava ben 17 centimetri – ha richiesto un lavoro multidisciplinare che ha coinvolto quattro équipe mediche: quelle della Chirurgia Vascolare, del Centro Trasfusionale, della Rianimazione e della Cardiologia. Per volontà degli stessi, i nomi dei medici e chirurghi che hanno seguito questo caso, sono stati omessi.

I tempi di recupero dopo i due interventi, effettuati il 17 gennaio e il 27 marzo, sono stati ottimali: in entrambi i casi il paziente, che abita a Vallemosso (BI) e ha 65 anni, è stato dimesso dopo appena 4 giorni.

Per la prima volta all’Ospedale di Biella si è stato utilizzato un “tromboelastografo”, un nuovo strumento col quale è stata monitorata la capacità di coagulazione del sangue del paziente, per prevenire il rischio di trasfusioni di sangue. Per ridurre ulteriormente il rischio di trasfusioni è stato predisposto di utilizzare la tecnica dei microprelievi (per intenderci prelievi pediatrici) per risparmiare sangue e durante l’intervento si è utilizzato un apparecchio per il monitoraggio dell’emoglobina in continuo, senza necessità di prelievo da inviare al laboratorio. Prima dei due interventi il paziente è stato preparato mediante la somministrazione di agenti stimolanti del midollo osseo per innalzare il livello di emoglobina. Durante entrambi gli interventi era a disposizione anche una macchina per il recupero intraoperatorio del sangue, che però non è stata utilizzata perché i medici hanno praticato una buona emostasi e la perdita di sangue è stata contenuta.

Sono sempre di più i pazienti che chiedono di essere curati senza emotrasfusioni. E non solo per motivi religiosi. Studi su ampi campioni di popolazione in varie parti del mondo correlano la somministrazione di trasfusioni di componenti ematici ad un aumento di mortalità, morbilità, degenza ospedaliera e infezioni  nosocomiali. Anche per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha promosso già nel 2010 un programma che, tra l’altro, mira a ridurre in modo significativo l’utilizzo dei prodotti del sangue.

Giuseppe Paravizzini

(Rappresentante stampa dei Testimoni di Geova

per Novara, Biella e Vercelli)

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