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Tutte le strade portano a Roma
L’inchino di Corradino a Salvini nella scorsa campagna elettorale non era solo una goliardata
Tutte le strade portano a Roma dice un vecchio proverbio. Comprese quelle cittadine, disastrate e piene di buche da tempo immemorabile, sembrano legare i destini di Biella a quelli della capitale.
Tutte le strade portano a Roma
Tutte le strade portano a Roma dice un vecchio proverbio. Comprese quelle cittadine, disastrate e piene di buche da tempo immemorabile, sembrano legare i destini di Biella a quelli della capitale. Lo si è capito ancora meglio in questi giorni quando ci è stato detto da qualche esponente leghista di questa maggioranza che il candidato sindaco per il centrodestra lo si deciderà a Roma.
Con buona pace di chi sperava che bastasse un’autocandidatura locale a voce alta per sbaragliare il campo della concorrenza. E con buona pace di quel federalismo leghista tutto “Roma ladrona” che oggi, per paradosso, chiede proprio a Roma e ai palazzi romani lontani anni luce dalla realtà biellese e dai cittadini, di decidere per loro. Se volevamo trovare una chiusura del cerchio concreta del perché certa politica sia oggi così disprezzata specie dalle nuove generazioni, ecco quella chiusura del cerchio l’abbiamo trovata proprio a Biella.
Chi decide sta sempre altrove
Tutto torna: l’inchino di Corradino a Salvini nella scorsa campagna elettorale non era solo una goliardata tutta interna al partito. Era la realtà dei fatti. Quel Salvini, oggi vice premier, che ritornerà in città per designare pubblicamente il nome del candidato deciso nel palazzo chissà in base a quali motivazioni e a quali logiche di equilibrio e di convenienza. Se a Biella in cinque anni, diciamolo, non si è mossa foglia è perché alla fine proprio con queste logiche c’è davvero poca strada da fare. Chi deve decidere sta sempre altrove.
L’autonomia, il federalismo, l’essere padroni a casa propria sono stati per decenni l’ariete della lega nord che oggi proprio dalla capitale “conquistata” torna in provincia nello stesso stile del cugino povero che, emigrato dal paesello, ritorna ricco e per di più ricevuto dal sindaco e dalla banda musicale con tutti gli onori. Non so, in questa partita elettorale, quali carte a sorpresa giocherà fratelli d’Italia ma sono certo che le logiche di equilibrio tra partiti saranno le medesime.
Non ci resta che sperare
In questa nuova calata di decisioni prese dall’alto, a discapito dell’ascolto dei cittadini biellesi, non ci resta forse che sperare proprio nelle buche e nei crateri delle nostre strade disastrate. Chissà se almeno così si riuscirà a ritardare – idealmente – l’avanzata del candidato imposto dal partito rispetto al candidato scelto per competenza e valore. Se così fosse, per Biella sarebbe una rivoluzione…
Luigi Apicella
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La foto di copertina è di Davide Corona
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Ardmando
15 Marzo 2024 at 8:54
Mi domando quale sia il problema della “nomina caduta dall’alto” visto che è prassi comune per i capoluoghi di provincia e di regione. Questo non significa che arriverà un candidato da fuori biella, uno “straniero” a farsi votare per la carica di primo cittadino, come invece avviene per i candidati al parlamento e senato. E chi volete che proponga la Lega se non Corradino? Questa in linea di massima sarà la proposta “piovuta dall’alto” salvo che Matteo Salvini, informato della inadeguatezza del presente primo cittadino, non decida di metterlo da parte per supportare altri dei suo staff. La speranza è questa e basterà davvero poco per fare la differenza rispetto al personaggio attuale.