Biella
La fortuna di essere “provinciali”
La nuova versione di “Sale & Pepe”, la rubrica curata da Luigi Apicella
In Italia si può fare quello che vuoi l’importante è tirare a campare, è l’incipit di una vecchia canzone dei Pooh di inizio anni 90 che ci aiuta a capire meglio che cosa sia avvenuto con l’abolizione dell’ente “Provincia” in Italia – circa una decina di anni fa all’epoca del governo Renzi – in ottica di spending review. Abolizione che poi, per non farla troppo lunga, è rimasta sulla carta con la trasformazione delle Province in enti di secondo livello gestite dalle assemblee elette degli amministratori di territorio.
Tirando “a campare”, in un iter burocratico amministrativo italico senza fine tra veti e contro veti, le Province sono rimaste in piedi, anche se sempre più vaso di coccio tra due vasi di ferro come Comuni e Regioni. Ma se dovessimo fare un sondaggio tra i cittadini biellesi, quanti saprebbero dire quali sono le competenze attuali della Provincia? Competenze indefinite direbbe qualcuno, qualcun altro, invece, direbbe che abbracciano principalmente sia la manutenzione di alcune strade sia degli edifici scolastici.
Ma – per non farci mancare niente – bisognerebbe precisare che si tratta di scuole superiori perché per elementari e medie la manutenzione resta comunale. Con il risultato che talvolta anche la neve sia stata di destra o di sinistra: è successo, infatti, che alcuni sindaci di centrosinistra abbiano tenuto aperte le scuole elementari “in polemica” con i presidenti di Provincia di centrodestra che per le loro scuole di competenza le tenevano aperte. O viceversa. Tutto molto italico e bizzarro, tuttavia una certezza in questo labirinto “costituzionale” c’è indipendentemente dalla reale conoscenza dell’ente da parte dei cittadini. A Biella, nonostante un bilancio “Pop” dell’ente con conti in ordine, ogni cittadino paga 90 euro a testa a favore della Provincia bistrattata, dimenticata ma sempre in piedi.
Nulla da dire sulla gestione del presidente Ramella che sta facendo bene il suo lavoro (apprezzabile il suo recente invito ai consiglieri neo eletti per una visione d’insieme delle problematiche del territorio), il problema semmai è come si è riusciti a mantenere in piedi un “accrocchio istituzionale” di questo tipo in cui a farla da padrone è la solita spartizione delle poltrone all’interno delle coalizioni. Non ci credete? Intanto a Biella il primo rinnovato consiglio provinciale ha registrato una forte contrapposizione sul tema delle ferrovie locali anche se il vero piatto forte resta l’allargamento della strada Trossi. La vera partita politica, lo sanno anche i muri, sta tutta qui: la scelta del futuro vice-presidente della Provincia è strettamente correlata al sì per il raddoppio di questa storica arteria viaria che, prima di questa imminente nomina, vedeva il centrodestra contrario. Vedremo se, grazie al miraggio della vicepresidenza, questo stato di impasse verrà meno.
Come sono lontani i tempi in cui, una parte del centrodestra locale aveva celebrato la fine dell’ente provincia con tanto di funerale “sceneggiato” davanti alla sede di via Quintino Sella. Ma si sa i tempi cambiano mentre nel frattempo i cittadini – loro sì sempre più di secondo livello per questa politica tutta palazzo e poltrone – stanno sempre a guardare…
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