Sale & Pepe
A Biella serve il coraggio delle idee
In vista delle prossime elezioni amministrative
A Biella serve il coraggio delle idee. Alcune riflessioni sul futuro della città in vista delle prossime elezioni amministrative.
A Biella serve il coraggio delle idee
Buon san… Corradino, pardon Valentino, a tutti!!! Mercoledì era la festa degli innamorati e chi più del primo cittadino uscente (e forse rientrante) può essere il simbolo dell’amore – per la politica ovviamente – in tutte le sue sfaccettature più controverse, non sempre all’altezza delle aspettative dei cittadini. Mi riferisco ad una politica sempre più parlata che concreta, più di immagine che di sostanza, più di conservazione che di innovazione.
Eppure il “sindic” è sempre lì, a poco più di quattro mesi dalle amministrative, a giocarsi la partita tra sponsor più o meno dichiarati e veti più o meno sussurrati, ipotecando il futuro dei prossimi cinque anni con progetti (Le Vette, nuovi ipermercati, sale cinema multisala e chi più ne ha più ne metta) che dovrebbero – se realizzati – cambiare le abitudini di un’intera città. Tutto questo, ovviamente, per il presente e l’immediato futuro (che per Biella ha tempistiche solitamente più lunghe…).
Progetti su carta ingiallita
Altro discorso, invece, per i progetti sulla carta ingiallita da oltre 20 anni – cito fra tutti gli ex lanifici Rivetti divenuti spesso rifugio per stranieri senza dimora con tanto di falò accesi – per i quali non si sa ancora oggi quale destino avranno. A testimonianza del fatto che un conto è raccontarsela il più delle volte a scopi elettorali, un altro è parlare di cambiamento e di progetti innovativi dopo averli realizzati. Mi sembra una differenza non da poco. Ovvio che il falò acceso all’interno dei lanifici (simbolo del nostro stare alla finestra per decenni) è acceso idealmente da più di 20 anni di immobilismo a tutte le latitudini, con destra, sinistra, centro a fare a turno da fuochisti. Per questo, spero che ognuno di noi sappia fare “la tara” ai primi “fuochi” elettorali di rilancio e di nuove proposte che stiamo ricevendo in questi giorni di campagna elettorale ai nastri di partenza.
Cambiare tutto per non cambiare nulla
Prima di ogni promessa serve il coraggio delle idee e della loro concreta attuazione nel corso del prossimo quinquennio. Diversamente si tratterà dell’ennesimo confronto tra fazioni politiche, nel segno del cambiare tutto per non cambiare nulla. Come ha dimostrato il recente mix di suoni, generazioni, linguaggi e tendenze al festival di Sanremo (sale e pepe è da sempre anche una rubrica canora e canzonettara nell’animo…) viviamo tempi in cui occorre un compromesso tra nuove generazioni e nuove esigenze ma anche tra vecchie proposte rimaste nel cassetto e la loro effettiva necessità al giorno d’oggi. La noia, titolo della canzone vincitrice a Sanremo con la bravissima Angelina Mango, nasconde tra le pieghe del testo, la cumbia, sinonimo di nuove idee, suoni, rumori.
Uno stimolo per Biella e i suoi futuri amministratori a fare del “cumbiamento” il proprio manifesto programmatico abbandonando, definitivamente, i tanti “fiumi di parole” che – all’anagrafe canora del festival della canzone italiana – appartengono ormai soltanto ai Jalisse, vincitori nel lontano 1997.
Luigi Apicella
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Ardmando
16 Febbraio 2024 at 11:45
A Biella non cambierà proprio nulla. Biella può solo peggiorare e la presente amministrazione ne ha dato ampie dimostrazioni. Biella non è cambiata quando erano altri a governare (altri che spesso puntano il dito contro chi amministra attualmente, non che ce ne sia bisogno, visto lo sfacelo). A Biella si fan solo parole, si vive di nostalgici ricordi di grandezza (che non ha lasciato molti segni visibili se non nell’immaginario delle persone) e si sogna di un ritorno ad un passato che è sparito a causa dell’ottusa immobilità tipica di una certa classe sociale biellese.
A Biella sembra interessare unicamente la (brutta) via Italia, il cui “salvataggio” dall’oblio pare essere la panacea di tutti i mali della Città. Eppure di cose brutte a Biella ce ne sono tante, forse troppe. Non l’ultima il brutto spreco di energie per parlare (a vanvera) dell’orrido (non solo brutto) ex ospedale, ultimo simbolo in ordine di tempo della “putrescenza” edilizia cittadina. Si somma alla pressochè infinita sequenza di scheletri in cemento armato e opere abbandonate / incompiute che costellano il panorama cittadino. Senza menzionare quelle opere che sono solo sulla carta e che li resteranno.
Il coraggio serviva 30 anni fa, l’unica cosa che serve adesso è una rivoluzione.