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A Biella più che la decima interessa la tredicesima

La nuova versione di “Sale & Pepe”, la rubrica curata da Luigi Apicella

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La vita, di questi tempi, è un po’ come un passaggio a livello della Biella-Santhià o della Biella-Novara. Se c’è perché c’è, visto che crea ritardi. Se non c’è perché non c’è, visto che crea rischi alla sicurezza. Il disagio rimane, il problema dei treni anche, quello che conta però mica è unire le forze e fare sistema. Nossignore. La cosa più importante è contrapporsi su social, stampa e affini su qualsiasi argomento, anche il più effimero, per il semplice gusto di dare contro a chi non la pensa come te ed è magari schierato politicamente dall’altra parte.

Altro che destra e sinistra non esistono più, tutt’altro: sono i problemi, le idee, le soluzioni a non esistere più, quello che resta invece, in maniera ingombrante, è questo continuo battibeccare ideologico su tutto, tutti contro tutti, dandosi a turno (e il più delle volte gratuitamente) del fascista o del comunista quasi che, per incanto, fossimo tornati agli anni ’70.

Ma(s) si può continuare così, stracciandosi le vesti per una abbreviazione in inglese, XMAS, universalmente riconosciuta in tutto il mondo, che significa solo Natale e basta, e che qualcuno, ritenendosi sempre dalla parte giusta, ha voluto associare nientemeno che alla decima flottiglia Mas del principe Borghese.

Dal Natale, inglese, alla decima, italica, il passo (romano) per quel qualcuno è stato breve ma pretestuoso. Non fosse altro che, andava considerato un altro aspetto “sostanziale”: avrebbe mai potuto un’amministrazione di centro-destra come la nostra celebrare il santo Natale utilizzando niente meno che la lingua della perfida Albione? Giammai!! Come si vede, a buttarla in commedia siamo capaci tutti, è un attimo. Purtroppo, però, il livello di chi dovrebbe occuparsi delle cose concrete della città (e del Paese) ci ha ormai abituati a questi teatrini dialettici che, se non ci fosse la crisi che c’è, farebbero sorridere.

Ma quale rischio ventennio, ma quale dittatura, qui è la nostra democrazia italica in tutta la sua pienezza che rischia di rimanere indietro (in infrastrutture, sanità, trasporti, messa a terra del PNRR) rispetto all’Europa e alle sue trasformazioni in atto. Non è la decima che interessa Biella, semmai è la tredicesima che rischia, quest’anno, alla vigilia delle prossime feste, di essere ancora più leggera. “Guardiamo avanti pensando alle cose concrete, senza fermarsi a queste beghe ideologiche, vere armi di distrazione di massa” mi ha detto oggi il mio amico Roberto. Chi glielo dice però adesso che il suo nome è, in realtà, la sintesi perfetta del famigerato patto tripartito Roma, Berlino, Tokio?!?).

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    12 Dicembre 2024 at 12:59

    Tutto bello e tutto interessante ed è giusto guardare a casa propria, ma il Sig. Apicella dovrebbe menzionare il fatto che il resto dell’Europa, salvo pochissime eccezioni, sta come e anche peggio di noi. Non che questo serva a mitigare la tragicità della situazione, ma l’Italia non è messa peggio dei nostri amici tedeschi e francesi, o degli olandesi o degli inglesi, che con la brexit stanno peggio del resto del continente. Giusto guardare alla situazione di casa propria, ma ricordiamo anche che la barca (piena di buchi in un mare in tempesta) è grande ed è sovraccarica. Ringraziamo tanto il pregiatissimo parlamento europeo della precedente legislatura (e questa, visto che nonostante abbiano perso le elezioni, le vecchie cariatidi della sinistra europea hanno comune trovato il modo di rimpastare tutto e restare al potere in un modo o nell’altro) che ha fatto tutto il possibile per fare letteralmente a pezzi l’industria automobilistica continentale, che è solamente il settore industriale più importante, per avvantaggiare le industrie cinesi che producono elettrodomestici con le ruote che spacciano per automobili, senza qualità e senza sicurezza. Qualcuno lo spiega alla strega Ursula che le persone senza un lavoro non compreranno ne le nostre auto (quelle che resteranno) ne quelle cinesi? La degenerata follia di imporre dall’alto l’OBBLIGO di usare solo mezzi di trasposto elettrici non farà altro che ingigantire l’attuale crisi. Resta poco tempo per cambiare le cose, poi non resterà che marciare in massa su Bruxelles e insegnare a certi privilegiatissimi politicanti dell’UE dove possono mettersele le auto elettriche, sia europee che cinesi (queste in modo particolare).

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