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Raglio d'asino

L’auto a guida autonoma qui c’è già…

La rubrica di Michele Porta “Raglio d’Asino”

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Nei giorni scorsi, a Torino, è partita la sperimentazione di alcune navette a guida autonoma su strada, grazie a una deroga temporanea alle norme vigenti. L’autorizzazione, prima in Italia, è il risultato della collaborazione tra il Dipartimento per la trasformazione digitale, il ministero dello Sviluppo Economico e il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, finanziato dal programma europeo Horizon2020, che mira a supportare la transizione verso un trasporto urbano a guida autonoma, efficace e sostenibile.

La sperimentazione si compone in due fasi: la prima, chiamata pre-demo e che l’azienda prevede di realizzare entro fine aprile, sarà senza passeggeri a bordo di shuttle autonomi e sarà fondamentale per testare il veicolo nel traffico reale.

La seconda, fissata a partire da maggio, darà corso alla vera e propria sperimentazione di cui potranno beneficiare i cittadini del Comune di Torino, per un periodo di cinque mesi. La sperimentazione sarà effettuata con due navette a guida autonoma, lungo un percorso di circa cinque chilometri nella zona dei presidi ospedalieri della Città della Salute e della Scienza. I cittadini potranno prenotare il servizio di trasporto gratuito tramite un’apposita applicazione. Sulla base della domanda del servizio, le navette prenderanno i passeggeri alle fermate e agli orari richiesti.

Una notizia, questa, che preoccupa pedoni e passeggeri. A lanciare l’allarme, il rapporto pubblicato dall’agenzia dell’Unione Europea per la cybersecurity (ENISA) e del centro comune di ricerca (JRC). L’intelligenza artificiale di un veicolo autonomo è progettata per riconoscere segnali stradali e segnaletica orizzontale, rilevare veicoli, interpretarne la velocità e la posizione. A tutti questi compiti, si aggiunge la non semplice funzione di pianificare il percorso: praticamente ciò che oggi è demandato al controllo umano sulle auto, senza assistenza alla guida. Un giorno, nemmeno troppo lontano, potremmo essere dei passeggeri sulle nostre auto senza conducente. L’auto, grazie all’intelligenza artificiale, sarà nelle mani del guidatore che, senza faccia, senza mani, senza patente e senza nozioni, ci auguriamo farà almeno attenzione agli spazi e ai pedoni. Benché pieni di dubbi, purtroppo, ci rammarica il fatto che questa iniziativa sia stata lanciata a Torino e non a Biella.

Lasciando da parte le problematiche che la navetta avrebbe riscontrato sulla viabilità cittadina, ovvero manti stradali dissestati, strisce pedonali sbiadite o inesistenti, semafori funzionanti a intermittenza e chi più ne ha si fermi, la nostra città, comunque, sarebbe stata il luogo ideale per la nuova sperimentazione. D’altra parte, a Biella, avevamo già sperimentato la guida autonoma da parecchio tempo. Molti ricorderanno di una biellese che fu la prima a recarsi con l’auto all’esame di guida, pur non essendo in possesso della patente, giustificandosi dicendo che, per emergenze famigliari, non era la prima volta che si metteva al volante. Questo ci dimostra che intelligenza e negligenza hanno un unico comune denominatore: “la mobilità sostenibile è il mezzo che giustificava il fine”. Biella, anticipando Torino grazie alla 42enne biellese, lo aveva già scoperto da tempo.

Michele Porta

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