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Politica

Vendita spiagge, anche la Favero firma l’emendamento delle polemiche

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La parlamentare biellese ha poi ritirato la propria sottoscrizione: “Di fronte alle strumentalizzazioni, tè meglio affrontare la questione a bocce ferme. In ogni caso, nessuno voleva vendere tutte le spiagge italiane, ma solo le aree che non hanno più il carattere della demanialità”

La senatrice Nicoletta Favero arriva dalle montagne, ma a Roma si è trovata invischiata nelle polemiche sul… mare.

C'è anche il nome della parlamentare biellese, infatti, sull'emendamento presentato da nove onorevoli del Pd in merito alla vendita delle spiagge. O, meglio, c'era. in quanto la Favero ha poi preferito ritirare la propria firma.

"Di fronte alle strumentalizzazioni – spiega – ho voluto fare un passo indietro perché ritengo che a questo punto la questione vada affrontata seriamente a bocce ferme. Resto convinta della necessità di una legge che regolamenti una situazione che dal 2006 vede gli operatori balneari vivere nell'incertezza".

Il significato dell'emendamento al disegno di legge di Stabilità (un documento simile è stato presentato anche dal Pdl), secondo la Favero è stato frainteso: "Nessuno ha proposto di vendere tutte le spiagge italiane, ma solo quelle aree che non presentano più il carattere della demanialità".

L'idea era inoltre quella di offrire agli attuali concessionari il diritto di prelazione all'acquisto.

Lo scopo di tutto ciò? Non soltanto la necessità di fare cassa: "Uno degli obiettivi – chiarisce la Favero – era quello di sanare alcune situazioni che come detto si protraggono da troppo tempo. Inoltre si voleva evitare la possibilità che si andasse nella direzione di concessioni a gruppi stranieri molto grandi, a discapito della conduzione familiare tipica delle nostre spiagge. Un tipo di gestione che coinvolge numerose famiglie italiane che in questo settore hanno investito la propria vita e che spesso oggi non hanno più certezze".

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