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Solidarietà di Biella ai due marò

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L’obiettivo è quello di far pervenire il calore dei biellesi ai due militari e alle loro famiglie in occasione delle festività di Natale

Questa mattina alle ore 11 Fratelli di Italia Biella presenterà, presso la propria sede Via Seminari 2, presenterà l'iniziativa “Auguri Tricolore ai nostri marò”.  L'obiettivo è quello di far pervenire il calore dei biellesi ai due militari  e alle loro famiglie in occasione delle festività di Natale. L’articolata iniziativa prevede una lettera di auguri che verrà sottoposta alla firma di tutti i Sindaci del Biellese, come gesto di vicinanza delle Istituzioni. La raccolta di un cesto di prodotti tipici da inviare ai  marò, come gesto di vicinanza delle forze produttive. La possibilità per ogni biellese di inviare all’indirizzo info@fratelliditaliabiella.it o all’indirizzo “Fratelli di Italia, Via Seminari n. 2 – 13900 Biella" una lettera che gli attivisti del partito provvederanno a stampare ed inviare, unitamente alla lettera sottoscritta dai Sindaci del Territorio e al cesto di prodotti tipici.

«Chiederemo inoltre – si legge in una nota stampa – formalmente al Sindaco di Biella di conferire la cittadinanza onoraria ai nostri due marò».

La vicenda risale al febbraio dello scorso anno quando i  fucilieri, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, in servizio sulla nave italiana Enrica Lexie,  sparano per fronteggiare la minaccia di pirati. Muoiono due pescatori indiani. Inizia un calvario per i due sotto ufficiali, composto di sgarbi diplomatici all’Italia e violazioni del diritto e delle convenzioni internazionali.

«Fratelli di Italia – prosegue il comunicato – denuncia le umiliazioni internazionali subite dall’Italia e manifesta la sua solidarietà ai due marò con tale articolata iniziativa. Le autorità indiane in barba al diritto internazionale da 20 mesi trattengono ingiustamente Salvatore Girone e Massimiliano Latorre e noi vogliamo esprimere loro tutta la nostra solidarietà perché ovunque vi sia detenuto ingiustamente un soldato Italiano, lì è la nostra Patria che soffre».

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