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Biella

“Siccità, la Regione si preoccupa del Novarese. E le altre province?”

Dopo l’annuncio dell’ottenimento di 28 milioni di euro da parte del governo nazionale per affrontare l’emergenza idrica in Piemonte

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Il biellese Paolo Furia, membro della direzione nazionale del Partito Democratico, va all’attacco della Regione, che nei giorni scorsi ha annunciato con soddisfazione l’ottenimento di 28 milioni di euro da parte del governo nazionale per affrontare l’emergenza idrica in Piemonte.

“Dal sito della Regione si apprendono, oltre alla soddisfazione della Giunta Cirio, anche le opere cui è destinato l’intervento: il Canale Regina Elena e il Diramatore Alto Novarese – spiega Furia -. Sono due canali artificiali che permettono l’irrigazione della pianura nel nord del Novarese. Considerando la quantità di opere necessarie in tutto il Piemonte per affrontare la carenza idrica, l’assenza di politiche per la raccolta dell’acqua piovana nelle città, le perdite degli acquedotti (molto differenziate a seconda del gestore), vorrei chiedere alla Giunta se sia stato seguito un preciso ordine di priorità su un insieme di opere individuate dalla Regione e di cui la Regione porti traccia coerente e omogenea su tutto il territorio piemontese”.

Furia chiede anche  quali siano i prossimi passi previsti dal Commissario del Governo per l’emergenza siccità, Matteo Salvini, “per venire incontro alle esigenze dei canali, degli argini e degli acquedotti delle altre province del Piemonte”,

Dubbi poi sono sollevati a proposito di “quali ragioni di urgenza e quali criteri siano stati adottati per individuare come unica destinazione della prima tranche di risorse esclusivamente le necessità irrigue dell’alta piana novarese”.

“La cifra complessiva dell’attività della Giunta Cirio – conclude Furia – è nella sua assenza di pianificazione, nell’assenza di chiarezza sui criteri e sulle politiche messe in campo, nella incapacità di affrontare in modo sistematico le urgenze del territorio piemontese. Anche in questo caso, siamo di fronte a un intervento ‘a spizzichi e bocconi’, in cui però il 90% del territorio, egualmente colpito dalla siccità, resta (per ora) a digiuno”.

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