Basso Biellese
“Inceneritore Cavaglià, emblema fallimento politica sui rifiuti”
Europa Verde scende in campo contro l’impianto e aderisce al presidio in programma ai Giardini Zumaglini giovedì 17 febbraio
“Ora è il momento di dire a tutti pubblicamente che vogliamo un futuro diverso, che dia speranze alle nuove generazioni. Avremmo preferito essere nella Piazza del Sociale dove si terrà l’incontro di presentazione dell’impianto organizzato da COSRAB con i sindaci ma le disposizioni sulla limitazione degli assembramenti nei centri storici ce lo impediscono. Speriamo che questa situazione emergenziale finisca presto, è una limitazione grave della democrazia”.
Così Stefania Broglia e Alessandro Pizzi, entrambi co-portavoce di Europa Verde Biella, annunciano nuove iniziative contro l’inceneritore di Cavaglià. In particolare, Europa Verde Biella aderisce al presidio in programma giovedì 17 febbraio ai Giardini Zumaglini alle 17,30, organizzato dal Movimento Valledora.
“Il fatto ancor più grave è che di fronte alla regressione della raccolta differenziata che sta avendo il Biellese – continua Pizzi – si proponga un impianto di incenerimento, assolutamente non in linea con le più recenti disposizioni normative europee, e che ridurrebbe ancora di più la quota differenziata”.
“Un impianto per bruciare ininterrottamente quasi 300 mila tonnellate all’anno di rifiuti di ogni tipo, anche quelli industriali o pretrattati gran parte dei quali provenienti da fuori provincia – continuano i leader dei Verdi locali -. Mentre la raccolta differenziata in provincia di Biella continua a scendere dal 2019, attestandosi oggi al terz’ultimo posto dietro addirittura Vercelli, Asti, Cuneo, VCO e Novara. E invece di invertire il trend poco virtuoso a cosa si pensa? Ad un impianto di combustione dell’immondizia insalubre e anacronistico con una ciminiera alta 90 metri per convogliare fumi tossici e ceneri fini (i cui valori e le concentrazioni non sono stati nemmeno indicate in progetto) che verranno sparsi nell’intero territorio biellese per decine e decine di chilometri nella bassa troposfera (i cieli sopra le nostre
case e riempiranno i polmoni dei nostri figli) ed un secondo camino alto la metà per l’essiccazione dei fanghi, con il risultato di concentrare gli inquinanti anziché eliminarli”.
“Abbiamo osservato in questi mesi il lavoro paziente e accurato fatto: oltre 30 amministrazioni tra basso Biellese, Vercellese e Canavese si sono espresse contro l’inceneritore. Ma mancano gli altri Comuni del Biellese – spiega Pizzi -. Ci auguriamo non prevalgano le spinte più retrive che vogliono risolvere il problema dei rifiuti trasformando un’area attrattiva come la Valledora, il Lago di Viverone e la Serra in coltre spettrale e inquinata. Vorremmo si intensificassero gli sforzi per creare un’area vasta improntata all’agricoltura biologica, al turismo e alla economia circolare. Insomma siamo di fronte all’ennesima bomba ecologica sul nostro territorio che, in un clima di silenzio assordante da parte della gran parte degli amministratori Biellesi, minaccia la salute di tutti, senza confini amministrativi. Ancora una volta la politica, in questi ultimi anni, sul tema della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, ha fallito miseramente. Ma i cittadini devono sapere che l’alternativa all’inceneritore esiste ed è la riduzione della produzione dei rifiuti, la differenziazione spinta ed il riciclo di tutta la materia così difficile da reperire come dimostrano l’impennata dei prezzi per l’acquisto di commodity di base (metalli ferrosi e non ferrosi, leghe metalliche, plastiche, legno)”.
“Per questo – si legge ancora nel comunicato – chiediamo al Consorzio di smaltimento dei Rifiuti Cosrab oggi Ente di Area Vasta, deputato alle scelte strategiche da mettere in campo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani, di agire per tutelare i nostri cittadini e i comuni consorziati e di opporsi con tutte le forze all’ecomostro e uscire così dall’anonimato e dall’immobilismo che ha caratterizzato l’amministrazione dell’Ente negli ultimi tre anni con l’Ecocentro di Biella ridotto a poco più che una discarica a cielo aperto senza nessun progetto attivo volto alla sensibilizzazione, riduzione, recupero, riutilizzo di filiere virtuose dei rifiuti urbani differenziabili e di quelli
speciali assimilati agli urbani”.
“I numeri sulla gestione dei rifiuti sul territorio parlano chiaro – concludono -, dall’ultima edizione dell’Ecoforum per l’Economia Circolare di Legambiente Piemonte si scoprono note dolenti per quello che riguarda il nostro territorio Biellese. Le analisi sulla l’andamento della produzione dei rifiuti nell’intera provincia di Biella fanno emerge un risultato deludente. A fronte di una raccolta differenziata ferma a poco più del 65% (in continua discesa negli ultimi anni e lontano dai valori guida Regionali) ogni cittadino biellese produce quasi 150 kg
all’anno di rifiuto residuo secco, praticamente il doppio di quanto previsto dalle indicazioni virtuose di indifferenziato < 75 kg pro-capite”.
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