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Opinioni

Trossi, la strada della discordia

Pensieri e parole di Vittorio Barazzotto

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BIELLA – Sembra che la strada Trossi sia perseguitata da una sorta di iettatura, iniziata prima ancora che si realizzasse. La storia documenta che, quando si decise di costruire la tratta Torino Milano circa un secolo fa, i progettisti offrirono al Biellese l’opportunità di realizzare un raccordo che collegasse il Biellese alla nuova autostrada.

Gli imprenditori di allora, rassicurati e accecati dal periodo fiorente dei loro affari, rifiutarono la proposta, salvo poi ripensarci anni dopo con la realizzazione della strada che tutti conosciamo.

Negli anni successivi, la miopia e l’incapacità di immaginare il ruolo strategico di quel collegamento non misero né freni né regole all’edificazione lungo la strada, deturpata da un’urbanizzazione selvaggia, mal coordinata dalle varie amministrazioni dei paesi che si sono alternate nei decenni. Chi percorre la strada oggi nota il contrasto tra lo splendore del paesaggio, con le montagne che si ergono maestose sulla pianura, e la serie di capannoni disordinati, molti dei quali ormai dismessi e malconci.

Con un minimo di lungimiranza allora, si sarebbe potuto prevedere uno sbancamento di 20 m da entrambi i lati che avrebbe allargato la strada quanto bastava per renderla veloce, evitandoci i patimenti e i problemi che oggi non riusciamo ancora a superare.

In questi giorni in Provincia si è sfiorata l’opportunità di raddoppio della strada. Per molti magari si tratterebbe di un intervento tardivo, tuttavia sarebbe comunque necessario per un territorio sempre più isolato, che tanti residenti sono invogliati ad abbandonare. Sorprendentemente la proposta, all’esame del bilancio, è stata bocciata, con un’azione politica ancora una volta meschina e autolesionista, probabilmente per evitare che qualcuno si prendesse il merito dell’aver sbloccato i fondi per un intervento pensato da anni.

La maledizione della Trossi ha colpito ancora, facendo coincidere una scelta così importante con il periodo elettorale.
Purtroppo, non è questione di medaglie al petto, il fallimento è collettivo e tutti, quasi, sono coinvolti. La politica locale dimostra la sua debolezza e di affaccendarsi solo per garantirsi un posto nelle prossime elezioni senza accorgersi che non ci sono né vinti né vincitori, ma solo vittime: i cittadini biellesi.

Questa volta la mancata realizzazione del raddoppio avrà almeno nome e cognome e, speriamo, che tutti se ne ricordino quando arriveranno le agognate elezioni e questa volta sappiano trovare la strada giusta.

 

Vittorio Barazzotto

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3 Commenti

1 Commento

  1. Stephan

    4 Dicembre 2023 at 14:07

    Che fine hanno fatto i lavori sul ponte della tangenziale? Biella sta diventando come la fotocopia della zona Valdilana o vallemososso che sia…Un nome non cambia la sostanza. Qui ci vieni se devi venire per qualche motivo, ma non sarà mai più quella di un tempo. Bisogna lasciare che chi vuole investire lo faccia, anche a scapito della tanto acclamata via Italia, e centro,chi ci vuole andare ci va comunque, i commercianti del centro non potranno attirare i clienti eliminando espansioni in altre zone, bisogna iniziare a pensare al futuro, ma deve farlo anche chi ha già un attività, mettendo i piedi a terra, non facendo i protezionisti di realtà che non toneranno. Espansione trossi, per i traffico attuale, non ha senso, oltre al fatto che un percorso più veloce, danneggerebbe le già scarse attività che ci sono, in questa provincetta. Offendetevi per la provincetta…Ma questa è la realtà, che rimarra tale se non diversifichiamo, se non lasciamo fare a chi vuole, se non rompiamo i marronoi a chi tiene aperto di sera, se non lasciamo uscire la gente di casa, di notte, senza ricorrerla con i lampeggianti solo per chiedere i documenti. Se volete la tranquillità di un dormitorio e una provincia solo per anziani e famigliole, dovrete escludere di espandervi commercialmente, le due cose non possono convivere.

  2. Ardmando

    4 Dicembre 2023 at 16:33

    La gretta miopia di chi non c’è più e ragionava unicamente per il proprio tornaconto personale, oggi presenta il conto ad un territorio isolato e maltrattato (o malgestito se vogliamo). Ora si pensa a tentare di rimediare, ampliando una strada che è comunque poco adatta ad essere trasformata. In Biella e Provincia si pensa solo a dire “NO” a qualsiasi iniziativa che tenti di salvare il salvabile.

  3. Sonia

    4 Dicembre 2023 at 20:15

    la strada trossi fu fatta x il traffico dei mezzi pesanti e il traffico commerciale, essendo stata piena di fabbriche fino a 25anni fa, oggi sarebbe un’ ottima strada di sfogo sempre x i mezzi pesanti, x non farli passare attraverso i paesi di cerrione/ sandigliano/ gaglianico, evitando moltissimi danni ambientali agli abitanti , pero’ il sindaco di gaglianico, invece di agevolare questa bellissima cosa, ha riempito le carreggiate di rotonde, spartitraffico, cosi’, gli autisti dei camion passano al 90% nel centro dei paesi, con enormi disagi x gli abitanti, poi quanto son costate realmente tutte quelle opere ?? dove hanno preso i soldi ? a bilancio qualcuno ha
    verificato tutte le cifre, ha contato quanto si e’ speso x tutti i progetti,??????? Puntualmente poi escono ipotesi pazzesche come fare un raddoppio, farle a 3 vie, 4, quando ormai la strada trossi e’ quasi desertificata rispetto a tutte le fabbriche di una volta ?? gli studi, i progetti, costano un botto di soldi, poi non se ne fa mai nulla, a chi vanno i soldi di tutti i progetti ???? possibile che con un’ esercito di autorita’nessuno chieda al sindaco di gaglianico se ha intenzione di continuare ancora a lungo sulle milionate x 2 km ???????????

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