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Se i tanti ricchi biellesi ritrovassero l’audacia di Leonard Gianadda

Pensieri e parole di Vittorio Barazzotto

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BIELLA – Pochi giorni fa è morto Leonard Gianadda, mecenate svizzero di origine biellesi, di Curino per la precisione. Ingegnere e immobiliarista, appassionato d’arte, di auto antiche, musica e fotografia, creò la sua celebre fondazione a Martigny dopo che gli scavi in un terreno acquistato per la costruzione di una casa, fecero affiorare le vestigia di un tempio gallo – romano.

Da lì iniziò tutto: la morte tragica del fratello lo indusse a cambiare il progetto costruendo attorno alla via francigena una fondazione, che ospita opere di Van Gogh, Cezanne, Gauguin, Klimt (solo per citarne alcuni), aggiunse anche una collezione di macchine d’epoca e fece così nascere un polo dell’arte riconosciuto a livello internazionale, dove arte, archeologia, musica e storia si fondono con un effetto armonico e sinergico che colpisce il visitatore.

Era forte il legame con Curino, paese d’origine del nonno e con tutto il Biellese. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo quando ero assessore e poi sindaco. Nel 2008 andai a trovalo a Martigny e mi offrì l’opportunità di portare a Biella una mostra di Rodin, visto che lui era membro del comitato del Museè Rodin di Parigi.

Andai a Parigi dal direttore del museo e ci accordammo per il 2009. Si sarebbe trattato di una straordinaria occasione per Biella e decisi di rimandarla a dopo le elezioni del maggio del 2009, ma subito all’inizio ci fu una forte critica delle opposizioni e soprattutto di qualche giornale che contestava i costi (ridicoli) e non voleva cogliere l’opportunità e i benefici dell’evento. Persi le elezioni e non se ne fece nulla, la nostra terra, non sempre brilla di lungimiranza. Questo progetto irrealizzato segnò la fine di un’epoca vivace per la cultura nel biellese.

In un’intervista, Gianadda dichiarò che, all’epoca della nascita della fondazione, investì un grande capitale grazie all’audacia che possono avere soltanto gli italiani. Se ritrovassero la stessa audacia i tanti ricchi che ancora risiedono nel biellese, potrebbero avere la fortuna di essere ricordati per l’apporto dato al loro territorio proiettandoli in una dimensione internazionale.

 

Vittorio Barazzotto

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