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Auguro a tutti nuovi sguardi per il 2023

Tra le righe di Enrico Neiretti

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BIELLA – Non sono certo persona avvezza a formulare buoni propositi per il tempo che verrà, né, di conseguenza, a stilare bilanci particolarmente accurati di ciò che è stato. Non che non sia tentato, all’approssimarsi di una nuova fase cronologica, sia essa la ripresa del lavoro dopo le ferie estive, o il giorno del mio compleanno, o ancora -a maggior ragione- l’inizio del nuovo anno, di elencare una bella lista di cose da fare per dare una svolta in positivo al mio modo di vivere.

Ma avendo ormai acquisito una certa esperienza negli affari del mondo, non fosse altro che per una mia lunga e insistente presenza da queste parti, so bene che è opera assai ardua rispettare le belle e nobili intenzioni formulate nell’euforia dei momenti di stacco dagli impegni, quando tutto sembra possibile ed il tempo un gruzzolo assai consistente da spendere, salvo poi ritrovarsi inevitabilmente con un magro bilancio di cose realizzate quando capita di fare due conti.
Ma è in qualche misura pratica inevitabile, quando un altro anno si aggiunge alla cospicua collezione di giri intorno al sole che ci è capitato di compiere, volgere lo sguardo indietro e provare a misurare se, a questa traiettoria di rivoluzione compiuta oziosamente da passeggeri del pianeta, si è sommato qualche passo in più, sicché alla distanza percorsa senza merito, grazie al moto di rivoluzione terrestre, si possa aggiungere la consapevolezza di qualche trascurabile eppure autentico passo compiuto con le nostre gambe.
Ecco che, tipicamente smaltiti i bagordi natalizi, con il loro quasi inevitabile sovraccarico di cibi, luci, parole, auguri, mentre sembra che la fatidica mezzanotte del 31 sia solo una traccia che si scorge appena in lontananza, capita di pensare all’anno trascorso e di domandarsi, anche solo istintivamente, anche senza nessuna intenzione giudicante, se un po’ di quei passi supplementari rispetto al moto terrestre si sono fatti.

Se penso al mio 2022, oltre alle consuete e routinarie attività che ogni anno archivia con sé, noto come sia cambiato il mio sguardo su Biella e sul biellese. Complice questa rubrica che cerco di compilare settimanalmente per questo giornale, osservo con piacere come il mio modo di guardare le cose che accadono intorno a me si è fatto più attento e persino ispirato, e di come la mia disposizione d’animo, sia assai più tesa al dialogo e al racconto di quanto lo fosse un tempo.
E questo apparentemente piccolo ed evanescente progresso, segna un cambio di passo notevole per me: perché l’osservazione, il dialogo ed il racconto sono fondamentalmente fasi differenti di uno stesso processo che si chiama relazione.
Andare per le strade con gli occhi ben aperti a quanto accade intorno a me e non soltanto puntati alla meta, mi ha permesso di scoprire tanta minima bellezza a cui non avevo mai fatto caso ma che oggi impreziosisce il mio rapporto con il territorio.
Dialogare con tante persone mi ha consentito di scoprire una ricchezza umana sorprendente, che smentisce i luoghi comuni sulla deriva dei rapporti personali ormai viziati dall’uso e dall’abuso dei social.
Provare a raccontare le tracce di questi itinerari ha fatto sì che la mia consapevolezza del valore dei piccoli attimi di scoperta e di relazione sia cresciuta molto, donandomi la netta sensazione di vivere in un luogo e in una società in cui, nonostante le loro proverbiali asprezze e ritrosie, è possibile trovare elementi fertili per sentirsi davvero a casa.
E questo è davvero tanto.
Ecco che allora mi trovo, forse mio malgrado, a farlo alla fine un piccolo bilancio di questo 2022. E di trovarci persino elementi di soddisfazione.

Allora non mi resta che augurare a tutte le persone che hanno la bontà di leggermi, di riuscire a rinnovare sempre la loro visione delle cose, di scorgere di continuo nuovi elementi di fiducia e di scoperta, di gioire per le relazioni inaspettate che possono nascere quando lo sguardo si fa attento e curioso, quando l’ascolto prevale sull’affermazione.

 

Enrico Neiretti

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