La Biella che piaceVa
Biella è cambiata come sono cambiati i suoi abitanti
Non confondiamo la nostalgia con l’immobilismo. I pensieri su “come eravamo” a Biella nascono per ricordare in allegria ciò che è stato e che più non sarà, strizzando l’occhio al grottesco raffrontato ai giorni nostri. Questo però non significa arenarsi a un passato dove si stava meglio quando si stava peggio perché il mondo va avanti, si evolve e dovremmo stare tutti al passo, per quanto possa darci fastidio la cosa.
I bei tempi andati sono andati, Aiazzone è morto e con lui un sogno che forse non si sarebbe comunque realizzato, i centri commerciali hanno preso il sopravvento, non solo a Biella ma ovunque e la “morte” del centro cittadino è l’inevitabile conseguenze di questa inversione di rotta, grossi agglomerati pieni di tutto e di niente a favore della bottega del sig. Mario che, inevitabilmente, per tirare a campare deve gonfiare i prezzi.
Tutto il mondo sta cambiando e ancorarsi al passato con cancerogena tenacia non può sortire che un effetto boomerang, almeno a livello mentale, per quanto sembri una sorta di balsamo agli effetti del nuovo che avanza. Ricordiamo sempre Biella per tutto ciò che ha saputo darci ma facciamolo con cognizione di causa, perché non è che prima fosse il paradiso e ora l’inferno, semplicemente “prima” c’era un benessere generale che ci faceva accettare il brutto senza troppa preoccupazione.
Più il tempo passa, più i ricordi mutano, si affievoliscono, si modificano a favore di un qualcosa che forse non c’è mai stato, non nel concreto ed è così che si legge di gente, davanti a una foto di 50 anni fa, esclamare “ah come vorrei che si tornasse a quei tempi”, sì certo, tempi in cui si moriva per una polmonite, tempi in cui il bagno era in cortile, tempi in cui si andava a scuola a piedi con freddo, pioggia neve, tempi in cui se non avevi i soldi non avevi nulla, dove non esistevano prestiti, mutui, rate, PayPal e noleggi, tempi in cui andavi a comprare e se non ti piaceva te lo tenevi e nessuno ti portava il pacchetto a casa anche di domenica.
Quindi NO, non sarebbe bello tornare ai quei tempi dopo aver “assaggiato” questi ma ci piace crederci, gongolandoci in ricordi mascherati da nostalgia come se il passato fosse tutto oro e il presente tutta merda fumante.
Biella è cambiata come sono cambiati i suoi abitanti e le abitudini di tutti, guardiamo il tempo che fu con la giusta nostalgia e non con rimpianto perché la vita va avanti, il mondo si evolve che ci piaccia o meno e anche i commenti sotto questo ennesimo articolo inutile non avreste potuto farli 50 anni fa, il che forse, sarebbe una delle poche cose positive di un ritorno a un passato che non c’è più.
La Biella che piaceVa
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Ardmando
19 Dicembre 2023 at 10:29
L’unica cosa positiva di un ritorno ad un passato che non c’è più, sarebbe quella di non dover vedere ne leggere questi articoletti inutili che continuano a tentare di fare ironia o comicità, fallendo miseramente.
Nohemi
19 Dicembre 2023 at 19:56
concordo signor Ardmando
Paola
19 Dicembre 2023 at 20:16
se ti fanno così schifo questi articoletti, basta non leggerli fino in fondo e perdere tempo a commentarli. Per me ci sono invece tante osservazioni che condivido in pieno.
Un Tizio Biellese
20 Dicembre 2023 at 13:35
Secondo me invece bisognerebbe imparare ad accettare che forse certi articoli sono ben più alti di molti altri che vengono pubblicati nei giornali di questa città che si indigna per questo tipo di articoli
Fabrizio
19 Dicembre 2023 at 21:23
in verità preferivo prima i guai erano minori,la sicurezza era maggiore andavi a scuola al freddo e pioggia ma le strade erano più libere e sicure anche perché andando a scuola a piedi capivi cos’erano i sacrifici mentre ora davanti alle scuole è pieno di automobili mal messe tanto da sembrare un ingorgo in autostrada e ragazzini arroganti che pretendono e non danno perché non sono educati a farlo…non mi arriva il cibo a casa? bhe! vado a prenderlo da Mario sotto casa che ha sempre qualcosa per me!
Elisabetta
20 Dicembre 2023 at 12:52
Sempre le solite frasi, scritte e riscritte. Forse dovreste essere voi a cambiare. L’ironia…la vostra sconosciuta.
Giovanni
20 Dicembre 2023 at 12:52
Veramente 50 anni fa c’era il vero benessere.. e si moriva più o meno come oggi.. ma si lavorava tutti e i diritti si riuscivano ad ottenere.. nei fumi si faceva il bagno d’estate e nei cortili o nei piazzali si giocava a palle di neve in inverno, a fianco alle strade c’erano i tavolini con le sedie e la gente seduta che parlava sino a sera tardi e si usciva a qualunque ora senza grandi paure tornando poi sempre a casa, sopratutto a Biella! Se ti serviva qualcosa, i negozi o il supermercato o il mercato c’erano e quasi tutti stavamo meglio. Ora al posto dei giornali c’è infernet con tutte le sue maledizioni e ignomie con la televisione che cerca solo più di fargli concorrenza trasmettendo cose orrende per l’educazione del nostro futuro, i ragazzi.. Amazzon che ti porta il pacchetto in 10 ore a discapito di tutti i posti di lavoro sempre meno pagati e con sempre meno diritti.. Ma sei sicuro di averlo visto il mondo di 50 anni fa..? Probabilmente il mondo più bello e pieno di speranza mai avuto e che mai avremo..! Perché di questo passo, con le automazioni, le multinazionali, lo sfruttamento e l’inquinamento, si che finirà il mondo, il lavoro, la dignità e la speranza.. a favore di 4 scaltri o 4 ricchi.. Ecco il mondo di domani, anzi già di oggi..!!
Marco
20 Dicembre 2023 at 13:12
Va bene tutto ma quant’è sporca !
Il Sindaco e la congrega sua fanno due passi per via Italia qualche volta ?
Daniele
20 Dicembre 2023 at 14:19
sono andato a BIELLA pochi giorni fa, per alcuni giorni e in tutti gli appartamenti che ho lavorato c’erano più cognomi STRANIERI che italiani. Fate Vobis di cosa e’ diventata biella. un covo di immigrati.
Alberto
21 Dicembre 2023 at 1:42
Questo articolo mi ha fatto sorridere in molti punti, in particolare quando l’ autore scrive che una volta senza soldi non avevi nulla, perché adesso sé una persona non ha soldi sentiamo cosa avrebbe? Forse l autore si è dimenticato che prestiti, PayPal, noleggio ecc. senza i soldi tutte queste cose non puoi averle comunque, per cui di cosa stiamo parlando? diciamo che l unica cosa positiva dei nostri tempi è che la ricerca medica a sicuramente fatto passi in avanti rispetto a 50 anni fa, ecco questa è l’ unica cosa bella dei nostri tempi, per tutto il resto stendiamo un velo pietoso che è meglio.