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BiellaIl Dardo

Euro 5 l’ennesimo costo per i cittadini

La nuova versione de “Il Dardo”, la rubrica di Guido Dellarovere

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Un bel giorno una serie di autorevoli figure hanno pensato bene di trasformare il sistema auto dal motore a scoppio all’elettrico, raccontandoci che le nostre autovetture sono il male assoluto per l’aria che respiriamo, lo hanno proposto ai nostri politici europei e così è partita la transizione ecologica del secolo.

Pur condividendo il problema inquinamento che nessuno vuole negare, c’è da fare alcune considerazioni che ahime toccano il portafoglio di tutti noi.

Mi riferisco alla norma che dopo una serie di slittamenti probabilmente il prossimo 1° ottobre sarà attiva in Piemonte e anche a Biella, ovvero un divieto strutturale alla circolazione per le auto diesel Euro 5 (e inferiori) nei comuni con oltre 30.000 abitanti, come se ad Occhieppo Superiore essendo un comune piccino l’Euro5 non inquina.

Il provvedimento, parte di una strategia per migliorare la qualità dell’aria nel bacino padano, riguarda circa 250.000 veicoli nella regione Piemonte, cioè quelli immatricolati tra il 1° settembre 2011 e il 1° settembre 2015.

Se in effetti la norma potrebbe essere giusta non si capisce perché pagando la solita “gabella” di cinquanta euro l’auto può nuovamente circolare limitatamente in quanto, è disponibile il sistema Move-In: un dispositivo telematico che consente di circolare in modo limitato (fino a 9.000 km annui) anche ai veicoli altrimenti bloccati Questa soluzione permette un controllo chilometrico e una deroga parziale, utile per chi non può immediatamente sostituire il proprio mezzo.

Partendo dal concetto che tale scelta a parer mio è completamente fuori luogo, lo dimostra anche il fatto che si voglia sempre colpire solo “il popolo” colpevole di non sostituire il proprio mezzo come vorrebbero i poteri forti dell’industria automobilistica, che hanno da sempre sensibilizzato la politica, lo dimostra il fatto che basterebbe analizzare quante altre fonti di inquinamento esistono sul territorio e caso strano per loro nulla è stato fatto.

Mi riferisco ai vari voli aerei, piuttosto che le decine di migliaia di impianti di riscaldamento a nafta o gasolio che anche loro ossigenano l’atmosfera quotidianamente.

Ma la domanda spontanea sorge immediatamente, è davvero necessario? Pensiamo che cancellando tutto il sistema a gasolio in Italia respireremo aria pulita come nei primi del Novecento?

Nell’ipotesi che così fosse tutti questi mezzi elettrici così evoluti quando saranno a fine carriera come verranno smaltiti? Questi signori si rendono conto che la maggioranza della corrente elettrica prodotta per l’uso dei cittadini e delle aziende è ancora prodotta da centrali termoelettriche estremamente inquinanti?

Siamo alle solite, una norma inutile e dannosa per il cittadino che, se paga può usare l’auto inquinante, se non si adegua al sistema viene tartassato, e questa è la politica ambientale che soccombiamo.

Insomma, se il legislatore obbliga a fermare questi mezzi deve mettere in condizione chi deve sostituirlo di avere dei contributi sostanziosi senza dover trovarsi a indebitarsi per poter muoversi, il resto è solo chiacchiere e nuovi costi immotivati.

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2 Commenti

1 Commento

  1. .Bruno

    23 Giugno 2025 at 16:16

    giusto servono contributi sostanziosi, poi trovo sia una cavolata se abito in una città con meno di trentamila abitanti inquino come in una grande città

    • Fulvia Tiboldo

      24 Giugno 2025 at 6:30

      in questi casi mi viene solo in mente una frase di D.Alighieri …” Ahi serva Italia di dolore ostello nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie ma di BORDELLO “…. molto attuale

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