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Biella

Attenti al lupo

La nuova versione de “Il Dardo”, la rubrica di Guido Dellarovere

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E’ stata votata favorevolmente la proposta di declassamento dello stato di protezione del lupo da parte del Comitato permanente della Convenzione di Berna, frutto di una posizione ampiamente condivisa dell’Unione Europea.

Una notizia che per la stragrande maggioranza di coloro che popolano la penisola italica poco o nulla dovrebbe interessare e invece abbiamo letto migliaia di prese di posizione di leoni da tastiera che sui social hanno scritto strali difensivi sul povero Ezechiele.

In natura è giusto e doveroso che esistano anche i predatori carnivori e pertanto il lupo è benvenuto anche sui nostri territori, però, come spesso accade in Italia, non si vuole valutare correttamente l’incidenza della specie sull’ambiente.

Siamo passati da non avere alcun soggetto sulle nostre montagne a contarne, invece, diverse decine che, secondo i lupologi, sono arrivati attraverso migrazioni. Secondo altre fonti, invece, sono stati immessi dall’uomo per il piacere di avere la presenza del carnivoro sul territorio e, conseguentemente, per poterlo monitorare, visto e considerato che negli ultimi anni diversi milioni di euro sono stati spesi a tal scopo. Sta di fatto che oggi il lupo c’è.

Nel Biellese, ormai da anni, se ne contano diverse decine e spesso vengono fatti passare per canidi quando si danno le notizie degli attacchi al bestiame, nel tentativo di minimizzare l’accaduto e facendo credere che non si tratti di lupi ma di ibridi… che poi al povero allevatore poco importa in quanto la sua pecora, piuttosto che il vitellino, è comunque passata a miglior vita sbranata.

Con questa nuova decisione è doveroso ribadire e sottolineare che non si apre la caccia al lupo ma, semplicemente, si avrà la possibilità di contenere le popolazioni dove sono più numerose, come del resto avviene in tutta Europa da decenni.

I nostri cugini francesi, anche loro europeisti convinti e sostenitori delle decisioni di Bruxelles, non hanno nemmeno aspettato la sentenza di Berna ma, ormai da anni, consentono ai propri allevatori di difendersi dal lupo e, soprattutto, intervengono direttamente quando c’è la necessità di farlo.

In tanti hanno scritto in difesa di Ezechiele, dimenticando che il soggetto non è quello di Walt Disney ma, non conoscendone le caratteristiche, il sentimento del cartone animato dell’infanzia ha prevalso sulla realtà, dimenticando che questa presenza sui nostri territori ha portato a decine di predazioni e ha messo in grave crisi la pastorizia, soprattutto quella dei piccoli imprenditori agricoli.

Nel Biellese il problema esiste, si è sempre cercato di nasconderlo o di minimizzarlo: ma la realtà è diversa, non c’è più un territorio non antropizzato che non conti la presenza del lupo e a tutti coloro che tanto lo amano e lo venerano auguro un giorno di trovarselo affamato di fronte. Sono certo che gireranno le loro preghiere al Santo di turno e alla Commissione di Berna, sperando che arrivi qualcuno a salvarli.

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    17 Dicembre 2024 at 8:02

    Ma in Italia è pieno di “furbi” che credono che il lupo sia innocuo, che scappi, che abbia paura. Fino a che non ha fame. E saranno i soliti animalari da appartamento, quelli che sono difensori degli animali ma dalla comodità del loro salotto a fare più rumore.

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