Gli Sbiellati
L’auto in giardino
Una settimana di strambi incidenti stradali avvenuti in città e dintorni
L’auto in giardino. Una settimana di strambi incidenti stradali avvenuti in città e dintorni. Cerchiamo di sorriderci su, non tanto per bullizzare gli sventurati protagonisti quanto per fare riflessioni semiserie sull’andamento sghembo del traffico locale
L’auto in giardino
Iniziamo nel modo più rassicurante possibile, anticipando i titoli di coda: non si è fatto male nessuno. E nessun automobilista è stato maltrattato durante la stesura di questo articolo. La premessa è riferita a una settimana di strambi incidenti stradali avvenuti in città e dintorni. Cerchiamo di sorriderci su, non tanto per bullizzare gli sventurati protagonisti quanto per fare riflessioni semiserie sull’andamento sghembo del traffico locale.
Non abbiamo idea delle statistiche sugli incidenti in provincia, ma la loro frequente apparizione tra le notizie di cronaca, facilitata dalle fotografie di corredo che viaggiano velocemente sulle strade informatiche, ce li fa percepire come un elemento problematico, se non preoccupante.
Passatempi pericolosi
Capita che, in un sol giorno, un’auto dalla superstrada tra Cossato e Biella finisce la sua corsa in un campo; un’altra, a Cossato piomba in un orto; un’altra ancora, in città, cavalca una siepe e si affaccia su un giardino. Ora, è vero che il verde è una ricchezza del territorio, ma forse non è questo il modo migliore per frequentarlo e promuoverlo. Anche se questi incidenti, così concentrati nel tempo, potrebbero suggerire che qui da noi è più facile uscire di strada e trovarsi immersi nel verde, rispetto alle città tutte asfalto e cemento. E poi, dall’altra parte della barricata, ci sta chi nell’orto voleva solo raccogliere un ciuffo di lattuga o chi si stava leggendo questo giornale all’ombra delle betulle del suo giardino. Passatempi pericolosi, a quanto pare.
Sulle cause di questi incidenti poi, vai a sapere: magari hanno sbiellato nel senso letterale del termine. Non possiamo pensare che siano tutti leggendari conducenti col cappello o donne al volante pericolo costante. Cose che non si possono nemmeno più pensare, in ossequio al malinteso senso del politicamente corretto. In ogni caso un divieto di guida col cappello sarebbe opportuno: che riduce la visuale è vero. Immaginatevi se la Regina Elisabetta avesse guidato in città coi suoi cappellini. In realtà lei avrebbe potuto guidare per chilometri, senza uscire dal giardino; altro che piombarci per disgrazia.
I costi delle assicurazioni
Al di là della fin troppo facile ironia, ‘sta storia dei numerosi incidenti, per piccoli o grandi che siano, va a incidere sulle nostre tariffe assicurative. Quelle sono generate dalle statistiche provinciali degli incidenti, finora particolarmente favorevoli: In base ai dati dell’Osservatorio assicurazioni, nel periodo ottobre 2023-marzo 2024 il miglior prezzo medio di un’assicurazione auto in provincia di Biella è pari a 341,79 euro. Si tratta di una tariffa per assicurazione Rca (Responsabilità civile auto) inferiore rispetto alla media nazionale del 24,88%. Non è male.
Il contraltare agli spunti di sregolatezza alla guida suggeriti dagli incidenti dei giorni scorsi (il 17 aprile: la scaramanzia significherà ben qualcosa) è l’essere biellesi al volante. Individui o individue, poco ne importa il sesso, meno avvezzi ai traffici intensi delle grandi città e che probabilmente per questo interpretano la guida in un modo molto personale: presidiano la mezzeria come fosse un bene di proprietà da difendere; danno vita a incolonnamenti creativi in occasione di semafori o precedenze; occhieggiano diffidenti i guidatori che osano affiancarli in qualsiasi doppia fila, alla quale mostrano un’evidente riluttanza neanche si giocassero una “pole”. Se poi piove, addio speranze di arrivare in orario, ovunque si debba andare.
La guida autonoma ci salverà
Suona comunque strano, in un territorio praticamente privo di trasporto pubblico locale, dove il fai da te alla guida è abitudine e costrizione. Altra realistica piaga che affligge l’Italia che guida, sono gli anziani al volante (over 75, per intenderci). A dispetto del sempre minor numero di giovani che smaniano per patentarsi, come si faceva una volta. Qui, secondo i dati 2019 del Ministero dei trasporti, sono il 2,83% dei possessori di licenza; su per giù intorno al trentesimo posto nazionale. Ormai, solo una certezza: la guida autonoma ci salverà.
Lele Ghisio
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