Gli Sbiellati
La verità vi fa male lo so
BIELLA – Fare satira, o comunque qualcosa che le somigli, è sempre più difficile: è la realtà a essere paradossale. Ciò che aveva fatto la televisione negli anni ’50, alfabetizzando gli italiani, lo ha disfatto l’internet del terzo millennio analfabetizzandoli socialmente. L’analfabetismo funzionale del quale spesso si parla, anche a sproposito irrobustendo il concetto, è ciò che ci impedisce di distinguere il vero dal falso, i social dalla realtà, la nostra immagine da quello che siamo.
Ne esce fuori una meta-realtà, tutt’altro che metafisica, che miscela tutto nel flusso quotidiano di verità ammezzate e menzogne più o meno nascoste da quel vano agitare le braccia per farsi notare. Tocca quindi arrenderci, e nemmeno all’evidenza a questo punto, ma alla pratica della meta-parodia. Tipo alla mezzanotte e mezza di fuoco che ci è toccata qualche settimana fa. Tragicomica vicenda che non fa per niente ridere, ma che pure sfugge a una qualsiasi definizione ordinaria e che per questo meriterebbe d’essere parodiata dal Mel Brooks dei tempi migliori. Il caso lo trovate nelle pagine di cronaca di ogni giornale e non vale nemmeno la pena di star qui a rimettere insieme fatti che, a distanza di settimane, ancora non sappiamo bene quali siano realmente.
Ecco che, a forza di girarci intorno, siamo arrivati al punto. Di una vicenda così realisticamente ridicola – ed è solo fortuna se la possiamo definire così – continuiamo a non saperne, sostanzialmente, nulla. Sappiamo per certo che è stato un incidente e poco altro. Sulle dinamiche, che in una serie tv sarebbero state svelate nei primi minuti della prima puntata dagli investigatori e da un reparto scientifico che solo in televisione, è calata una coltre di fitta nebbia fatta di io non c’ero e se c’ero dormivo.
Una preoccupante solidarietà omertosa, che rappresenta una tacca importante nella nostra discesa verso il fondo. Un’omertà che nella letteratura dei Tg e in quella popolare era di solito confinata nel profondo Sud, e che invece scopriamo innervata anche ai piedi delle Alpi nostrane. E non è certo la soddisfazione di una morbosa curiosità che rivendichiamo, quanto invece una verità che vada oltre il pettegolezzo, locale o parlamentare; che ci permetta di andare anche oltre il contesto per riaffermare l’importanza della verità, quando invece la politica corrente altro non fa che mostrarcene il lato B.
Facciamo ora insieme un esercizio che somiglia più all’incipit di una barzelletta: a quella serata erano presenti un sottosegretario, un deputato, un sindaco, un assessore, un consigliere comunale, esponenti delle forze dell’ordine. Vero che messi tutti in fila fa un po’ specie? Qualche brivido è lecito che ci corra lungo la schiena, se tutti questi sono, per definizione, nostri rappresentanti istituzionali. Persone delle quali ci dovremmo fidare, a cui avremmo chiesto di rappresentarci dignitosamente. Di dire la verità, insomma.
Che è stato un incidente è assodato, perché neppure in questo clima di luccicante iperrealtà ci sentiremmo d’ipotizzare che un deputato col pistolino vada alle feste di Capodanno per sparare a qualche invitato. Forse giusto negli Stati Uniti. Qui, già che vada armato a una festa pare strano. Il fatto che però non si riesca a venire a capo di una faccenda capitata a una festicciola di 30 persone pare ancora più strano. Tra l’altro di gente deputata (toh, guarda) a dirci la verità.
Lo sosteniamo senza essere così ingenui da pensare che la vita possa scorrere senza mentire mai: ci sono persino bugie utili, bugie pietose. Non ci sembra questo il caso che, piuttosto, sa di bugie compulsive di chi ha molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni. Compulsate da gente che invoca senza pudore alcuno immunità fuori contesto e facoltà di non rispondere, evidentemente non in grado di assumersi la responsabilità delle proprie – o altrui – azioni. E così vale per tutti gli omertosi presenti, in un imbarazzante scaricabarile.
Certo che la verità andrebbe rivalutata, dopo tutto questo tempo passato a confondere la menzogna con l’astuzia del praticarla alla bisogna. Siamo in campagna pre-elettorale e le menzogne già si leggono tra le righe dei comunicati stampa. Un bagno di verità sarebbe per questo necessario alla campagna elettorale prossima ventura, che è qui dietro l’angolo. Momento di tenzone dialettica attraverso la quale dovremmo ricavare gli elementi per decidere a chi affidare il futuro della nostra città e della nostra regione.
Di certo ormai le promesse elettorali hanno sostituito nell’immaginario quelle di marinaio; proprio per questa propensione alla menzogna, ritenuta spesso più confortante della verità. Ci vorrebbe un non so quale richiamo all’ordine almeno per le figure istituzionali: che ci sia dato qualcuno su cui contare, su cui non dubitare. E a cui credere, finalmente.
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Sonia ganz
23 Gennaio 2024 at 12:09
tutte ste parole x dire : che figure di m…………!!!!!!!! roba da nascondersi e non farsi piu’ vedere in giro, TUTTI, TUTTI !!!!se era un operaio magari le tracce della polvere da sparo gliele trovavano subito !!!!
Pier Giovanni Malanotte
23 Gennaio 2024 at 12:48
scritto ingenuo
Stephan
23 Gennaio 2024 at 16:01
Pensiero comune di tutti, sintetizzato egregiamente dal primo commento.