Si schianta con la moto contro il guard rail e muore a 57 anni

Si schianta con la moto contro il guard-rail e muore per le gravissime ferite riportato. La vittima è Gianfranco Vogliano, 57enne di Ivrea.

Si schianta con la moto contro il guard-rail: morto Gianfranco Vogliano

Grande cordoglio nei giorni nel Canavese, e non solo, per la tragedia della strada costata la vita a Gianfranco Vogliano, 57 anni, residente in città e alpino molto conosciuto. L’incidente è avvenuto nel fine settimana lungo la provinciale 75, in via Lago Sirio. L’impatto è stato violentissimo ed è avvenuto in un tratto buio e insidioso. L’uomo ha perso il controllo della propria Yamaha poco prima delle 2 del mattino mentre affrontava una curva.

Gli sforzi dei soccorritori sono stati tutti inutili

Come riporta Notizia Oggi, sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e i vigili del fuoco di Ivrea. I soccorsi sono stati rapidi, ma purtroppo non c’era più nulla da fare. L’esatta dinamica della tragedia è al vaglio dei carabinieri della sezione radiomobile di Ivrea. Al momento si pensa a un incidente autonomo, senza altri veicoli coinvolti.

A maggio era stato a Biella per l’Adunata

Vogliano, come detto, era una penna nera. Era stato diverse volte nel Biellese, vivendo nella vicina Ivrea. Una delle ultime, però, era stata “speciale”: era venuto in città per partecipare all’Adunata nazionale degli alpini insieme al suo gruppo.

“Di Biella – scriveva l’amico Stefano Sergi all’indomani dell’evento – mi rimarranno impressi due flash: i canti e la chitarra di uno strepitoso Gianfranco Vogliano, trovato per caso sotto un porticato la notte precedente, e il surreale dialogo tra due amici in un camper: “Ricordati la pastiglia del diabete”. “Già fatto, l’ho presa un attimo fa col Prosecco””.

“Mi mancheranno il tuo sorriso, le tue canzoni, i bicchieri svuotati d’un fiato nelle lunghe notti di Carnevale”

Gianfranco Vogliano

Sempre Sergi nei giorni scorsi ha ricordato Vogliano con queste belle parole pubblicate su Facebook: “Ciao Jeffrey, mi mancheranno i tuoi abbracci veri, veri perché “parlavano” e trasmettevano amicizia e non circostanza. Mi mancheranno il tuo sorriso, le tue canzoni, i bicchieri svuotati d’un fiato nelle lunghe notti di Carnevale, il tuo “ciao Babi” lungo 40 anni. Non mi resta che il sapore amaro di quell’ultimo bacio alcolico che mi hai stampato sotto un portico di Biella nell’ultima adunata degli alpini, mentre cantavi e suonavi come non ci fosse un domani e invece il domani è arrivato di notte in moto ed è già oggi ed è una merda. Ciao gigante buono, eri una bella persona. Che la terra ti sia lieve”.

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