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Condannato all’ergastolo l’uomo che ha lanciato dal balcone la piccola Fatima

Il tragico evento è avvenuto il 13 gennaio 2022, quando Azhar, dopo una lite con la sua compagna, ha lanciato giù dal balcone la figlia di lei

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Condannato all'ergastolo l'uomo che ha lanciato dal balcone la piccola Fatima. Questo tragico evento è avvenuto il 13 gennaio 2022, quando Azhar, dopo una lite con la sua compagna, ha lanciato giù dal balcone la figlia di lei, Fatima

Condannato all’ergastolo l’uomo che ha lanciato dal balcone la piccola Fatima. Questo tragico evento è avvenuto il 13 gennaio 2022, quando Azhar, dopo una lite con la sua compagna, ha lanciato giù dal balcone la figlia di lei, Fatima, una bambina di soli tre anni che teneva in braccio

Condannato all’ergastolo l’uomo che ha lanciato dal balcone la piccola Fatima

La Corte d’appello di Torino ha confermato la condanna all’ergastolo per Mohssine Azhar, ritenuto responsabile dell’omicidio della piccola Fatima. Questo tragico evento è avvenuto il 13 gennaio 2022, quando Azhar, dopo una lite con la sua compagna, ha lanciato giù dal balcone la figlia di lei, Fatima, una bambina di soli tre anni che teneva in braccio mentre era ubriaco e sotto l’effetto di droghe.

Non ha mai confessato

Nonostante Azhar non abbia mai confessato e abbia continuato a sostenere di aver giocato con la bambina prima che questa scivolasse accidentalmente, le prove raccolte durante il processo hanno confutato questa versione. Le consulenze tecniche hanno chiarito che si è trattato di un lancio deliberato, confermato anche dai testimoni presenti sul luogo, tra cui una vicina che ha udito le strazianti grida della bambina prima del suo tragico destino.

“Voglio la mamma”

Le ultime parole della piccola Fatima, “Voglio la mamma”, riecheggiano nel cuore di chiunque abbia seguito questo dramma. Descritta come una bambina allegra e socievole dalle maestre e amata profondamente da sua madre Lucia Chinelli, Fatima è stata strappata via da questa vita in modo brutale e ingiustificabile.

Durante il processo, la pubblica accusa ha sostenuto che Azhar abbia compiuto questo gesto in un impeto di rabbia per infastidire la madre della bambina, contro cui aveva precedenti per maltrattamenti. La richiesta di conferma della condanna in appello è stata sostenuta dalla Procura Generale e dalla procuratrice Valentina Sellaroli, che ha guidato le indagini sin dalle prime fasi.

Non è stato un incidente

È evidente fin dall’inizio che non si possa trattare di un tragico incidente. Nessuna bambina si lancerebbe deliberatamente dalle braccia di un adulto verso il vuoto. Le circostanze, le testimonianze e le prove raccolte hanno confermato inequivocabilmente che si trattava di un omicidio volontario.

Il dolore e il vuoto lasciati dalla perdita di Fatima sono palpabili nelle parole della madre che continua a lottare per giustizia. Dopo la sentenza, Azhar ha lasciato l’aula senza fare commenti, mentre la famiglia di Fatima cerca di trovare una qualche forma di pace e di consolazione nella memoria di una bambina troppo presto scomparsa.

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