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Si è chiusa la mostra Art Trekking. Successo incredibile

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Si è chiusa la mostra Art Trekking. Successo incredibile

E’ stata definita come una continua “processione” di visitatori a Les Maisons Judith a Courmayeur l’incredibile affluenza di pubblico alla mostra Art Trekking – Ascensioni contemporanee sul Monte Bianco. Un successo oltre le aspettative per il maestro biellese Omar Ronda che, nel 1990, sentì il bisogno personale di portare una piramide d’oro e dei cactus di plastica in cima al Monte Bianco. Un’ impresa documentata dal fotografo biellese Antonio Canevarolo. Dovette accontentarsi del ghiacciaio della Brenva, causa condizioni metereologiche avverse, ma riuscì a portare a compimento un’urgenza artistica che per lui era diventata necessità. Dei cactus sul Monte Bianco, come a indicare in tempi non sospetti che qualcosa, anche in queste terre solitarie e dure, stava cambiando e stava trasformando anche il volto del mondo.
Nelle due baite lungo la Dora della Valle Ferret, già esistenti come fienili nel 1740 e trasformate in un rifugio romantico da Judith Glarey, si è svolto il dialogo tra la dimensione spirituale dell’arte contemporanea e l’ambiente ascetico del Monte Bianco. L’esposizione ospitata in una location incantevole diventata con il passare degli anni e la tenacia della padrona di casa, un punto di riferimento per l’arte contemporanea valdostana e non solo, si è conclusa nel fine settimana. Glorianda Cipolla, la signora dell’arte, scova talenti, ma porta anche a Courmayeur (in collaborazione con il FAI), mostri sacri del contemporaneo. Non è difficile intuire perché le sue mostre siano sempre fonte di gran via vai nella vallata laterale ai piedi del Monte Bianco, ma quest’ultima in particolare ha fatto un gran parlare di sé.

“Mutazioni Genetiche”, il titolo dell’installazione di Ronda, con l’intento di spingere l’uomo oltre i suoi limiti: con la sua piramide d’oro e la sua vegetazione desertica, si poneva come obiettivo quello di esplorare il Monte Bianco sotto tre grandi aspetti. Quello estetico, in quanto il Massiccio era, fino al 1990, ancora incontaminato e assumeva le caratteristiche di un paradiso dove l’uomo non era arrivato in massa; l’aspetto filosofico per la posa della piramide dorata che conferiva alla montagna un’aura di eternità, la stessa delle piramidi, da 5000 anni simbolo di una perfezione intramontabile; infine l’aspetto sociale, forse il più importante, anche alla luce del mondo che cambia.
Particolarmente soddisfatta dell’ennesimo successo di un’esposizione di opere del marito, scomparso recentemente per colpa di un cancro, è la moglie Mariella Genova Ronda: “E’ per me motivo di grande orgoglio vedere come il pubblico apprezzi sempre di più l’estro creativo, denso di messaggi forti, di Omar. Oltre alla mostra allestita grazie alla sensibilità e al genio di Glorianda Cipolla a Courmayeur, un’altra esposizione di livello internazionale che vede protagonista Omar Ronda è in corso a Venezia. Anche in questo caso devo ringraziare un’altra grande donna “illuminata” che ha reso possibile questa prestigiosa mostra, Antonietta Grandesso, responsabile di Spazio Thetis. Qui, infatti, all’Arsenale Nord, è esposto il maestoso “Octopus” fino alla fine di novembre. Si tratta di uno dei luoghi più affascinanti della città lagunare che nel periodo della Biennale è il centro nevralgico della vita culturale veneziana”.
Dopo l’invito ufficiale giunto da Venezia la scelta di Mariella è ricaduta su una grande scultura che Omar aveva progettato e realizzato nel 2008 per Paul Allen, fondatore di Microsoft e socio di Bill Gates, amico dell’artista biellese e grande estimatore dei suoi lavori composti da materie plastiche colorate. La malattia che ha portato alla dipartita di Allen lo scorso ottobre aveva bloccato il progetto.
L’opera, intitolata “Octopus”, proprio come uno dei famosi super-yacht con cui il magnate americano era solito trascorrere le vacanze nelle località più esclusive del mediterraneo, è un polpo gigante di colore rosso vermiglio, composto da otto sinuosi tentacoli. “Octopus” è un animale benevolo e “amico” dell’uomo, pur essendo davvero imponente, circa sette metri di diametro per un’altezza di poco meno di due metri; Ronda ha voluto ancora una volta sensibilizzare il pubblico sule questioni ecologiste. Realizzato in polistirolo, resine e pigmenti, arricchito – su tutta la superficie della testa – da interventi “segnici” di Ronda – di certo non casuali (si possono infatti notare una tartaruga e un pinguino) -, “Octopus” costituisce un “clone” ben distinguibile di un polpo grandioso, unico e particolare che vuole richiamare l’attenzione sia della gente comune sia dei media su tutti quelle specie marine che tutt’oggi vengono minacciate dalle nostre insensate scelte.

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