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Ottusità burocratica e budget zero, rischia di saltare il Capodanno in Piazza Cisterna

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Il 31 dicembre Piazza Cisterna rischia di trovarsi vuota da palchi, musica e persone. Il “Capodanno fuori dal Comune”, che nelle sue due passate edizioni, ha visto salire al Piazzo oltre 3000 persone potrebbe non salutare il 2020  a causa della mancanza di contribuzione da parte di Comune e Proloco che sembrerebbero aver esaurito il budget utilizzato totalmente per le luminarie e le attività de “il Natale nel cuore di Biella”.


Nightlife Project, la struttura presieduta da Filippo Regis, liquida con “economicamente insostenibile” qualsiasi attività senza l’intervento di un contributo pubblico spiegandone le difficoltà che ci sono dietro alla creazione di un evento. 

“Quando ormai quattro anni fa abbiamo organizzato la prima” Folle Notte”  insieme al Comitato Carnevale – spiega Regis– ci davano tutti dei pazzi. Fino ad allora erano 15 anni che nessuno immaginava più una Piazza cittadina  come luogo di aggregazione per eventi musicali in grado di riunire migliaia di persone.
Ci abbiamo creduto perché non accettavamo l’idea che Biella fosse “diversa” da altre realtà e abbiamo cercato di portare l’esperienza maturata in giro per l’Italia per avere anche noi eventi che fossero qualitativamente in linea, tecnicamente e artisticamente, con ciò che avviene in tutte le altre Città.
Sono nati eventi come “La Notte Rosa” (in occasione del Giro D’Italia), le 2 edizioni del” Rally della Lana”, lo “Schiuma party”in Piazza Duomo, la bellissima collaborazione con l’ultima “Bolle di Malto”  e, appunto, i 2 Capodanni.
Non sono le proteste dei soliti (pochi) insofferenti concittadini a scoraggiarci, quelle le abbiamo sempre messe in preventivo e abbiamo una certa consuetudine nel misurarci con queste cose: succede qui come succede ovunque.
Nonostante abbiamo sempre prestato il nostro operato organizzativo ed artistico a titolo gratuito (anche in virtù della carica istituzionale che ricoprivo per la quale non potevo percepire alcun compenso) , e nonostante l’assoluto spirito collaborativo che abbiamo ottenuto da  Questura e Prefettura, adempiere a tutte le disposizioni di Legge in materia di sicurezza cercando di non abbassare mai la qualità dell’evento rendono, di fatto, impossibile coprire la totalità delle spese senza una contribuzione pubblica mantenendo gli ingressi gratuiti, specie, a Capodanno dove i costi  di tutto vengono raddoppiati.
A questo si aggiunge un’ottusità burocratica, più tecnica che politica e questa si’ unicamente biellese, che esaurirebbero le energie e gli entusiasmi anche del più navigato e Diplomatico professionista.
L’art. 80 del Tulps, infatti, prevede che in presenza di manifestazioni che si ripetono periodicamente con le medesime strutture ed impianti, l’autorizzazione può essere concessa direttamente dal Comune senza passare attraverso la Commissione di Vigilanza se, nei precedenti 2 anni, vi sia già stato un parere positivo.
Così funziona in ogni parte d’Italia, tranne che nella nostra Città dove, ogni volta, occorre presentare la medesima planimetria, la medesima relazione e il medesimo impatto acustico: tutte certificazioni inutili che incidono, altrettanto inutilmente, sul bilancio di un evento in maniera devastante.
Quando organizzammo lo schiuma party ingaggiammo il più grande fornitore europeo di liquido quello che, per intenderci, serve i più grandi party di Ibiza. Ogni volta che ci sentiamo telefonicamente sorridiamo ancora sul fatto che la Dirigente dei parchi e giardini di Biella  pretese le 146 pagine di analisi chimico-fisica per assicurarsi che la schiuma non ledesse la salute degli alberi di Piazza Duomo.
E’ emblematico di come vi sia, alla base, una profonda impreparazione o, ancor più grave, una precisa mancanza della voglia di vedere questa Città prendere vita.
Ho avuto la fortuna di fare il lavoro che sognavo e di raggiungere livelli professionali sui quali, quando iniziai a Biella, non avrei scommesso un euro nemmeno io.
Amo profondamente questa Città di inguaribili e patologici “musoni”  anche con tutte le sue contraddizioni tanto da esserci voluto ritornare e ho vissuto nella presunzione di poter cambiare le cose “soffrendo” (e chi mi conosce sa quanto) il fatto di aver avuto “successo” (tra moltissime virgolette) ovunque tranne che a casa mia.
Ma nonostante questo un imprenditore intelligente, per quanto filantropo e caparbio, deve capire quando e’ il momento di fermarsi.
E noi ci fermiamo qui. “

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