Biella
Concerto di San Silvestro con il musicista ubriaco
Raglio d’Asino: “Gli orchestrali arrivarono a Biella dopo un viaggio di 23 ore con un pullman che ricordava il mezzo nel film “Fantozzi in viaggio con l’Inps”
BIELLA – Per sei anni consecutivi dal 2004 al 2009 al Teatro Sociale di Biella in collaborazione con il Comune abbiamo organizzato il concerto di San Silvestro. Era un’idea vincente per diversi motivi.
Il primo primo perché per tanti biellesi che non sapevano come trascorrere la sera di Capodanno quel momento di convivialità era una panacea; il secondo, perché Biella per una sera diventava una piccola Vienna.
Ad aiutarci a organizzare l’evento l’amico Sergio Patria, musicista e concertista noto (ha ricoperto il ruolo di primo violoncello al Teatro Regio di Torino) a cui ogni anno affidavamo il ruolo di direttore artistico. In sintesi, aveva il compito di trovarci l’orchestra.
Il format era sempre lo stesso. Individuata l’orchestra “internazionale”, in genere erano 50/60 elementi che arrivavano dall’Est Europa, da quel preciso momento nascevano i problemi.
Ricordo che nel 2010 ingaggiammo la Zaporozhye Symphony Orchestra, formazione Ucraina diretta dal maestro Vyacheslav Redya. Nel contratto che avevamo stipulato ai “maestri musici”, erano garantiti cena e pernottamento per la sera del 31 dicembre. Gli orchestrali arrivarono a Biella verso le 17 del pomeriggio dopo un viaggio di 23 ore con un pullman Tesma Opalin Deluxe, autobus che ricordava il mezzo nel film “Fantozzi in viaggio con l’Inps”.
Onorammo subito le regole del contratto. I musici si recarono a Oropa (quel giorno nevicava) dove per l’occasione erano state riservate le camere per il cambio d’abito e il pernottamento. Purtroppo l’ambiente non fu di loro gradimento. Le camere non erano altro che due stanzoni, le famosissime camere del “pellegrino”, con due bagni nel corridoio. Fummo immediatamente contatti dal direttore dell’orchestra che scocciato si lamentò della sistemazione dozzinale, spiegandomi, che nemmeno in Ucraina avevano ricevuto un trattamento simile.
Presi la macchina e mi recai a Oropa. Quando arrivai sul posto una piccola delegazione mi accompagnò nelle camere. Erano fredde, ma non perché mancasse il riscaldamento, per il forte odore di aglio. Per mascherare quell’odore irresistibile avevano aperto le finestre. Alcuni musici infatti, nelle custodie degli strumenti avevano sistemato i viveri che erano serviti per il viaggio. Alla fine dopo lunghe discussioni, (per la direzione del Santuario le camere erano state riscaldate a dovere ma tenendo le finestre aperte il calore se n’era andato) decisero che la sera del 31 avrebbero dormito sul pullman. Ma fu solo il primo dei problemi.
Alle 18,30 servimmo la cena alla pizzeria La Lucciola di Biella. Il menù era pizza e birra. La regola era ben chiara, dovevano liberare la sala entro una certa ora poiché Luigi Apicella che gentilmente ci aveva messo a disposizione i locali, alle 19,30 aveva i tavoli prenotati per il tradizionale cenone.
Erano, credo, affamati e assetati, tant’è che alle 22 durante il concerto qualcosa andò storto, ma grazie alla bravura del maestro Redya nessuno del pubblico si accorse di nulla. Ad accorgersi invece che qualcosa non stava andando per il verso giusto fu Patrizia Bellardone, all’epoca dirigente alla cultura Comune di Biella. Uno dei musicisti durante la cena aveva bevuto più del dovuto. Barcollava sullo sgabello e non riusciva ad andare a tempo di musica. Quel momento imbarazzante durò pochi istanti grazie all’intervento fulmineo del maestro, che con un colpo di bacchetta fece uscire dal palco il violoncellista. Ma alla fine fu un successo.
Michele Porta
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Angelo
1 Gennaio 2022 at 20:53
Mei ciucc che malavi