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Economia

Emergenza Coronavirus: intesa tra imprese e sindacati

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Una lunga notte di confronto e trattative, terminata alle 7.30 di questa mattina.

«Alla fine è prevalso un senso di comune responsabilità e di positiva unità che ci porterà ad adottare tutte quelle soluzioni straordinarie ed urgenti che potranno favorire il contrasto nei luoghi di lavoro alla diffusione del virus». Così racconta la numero uno della Cisl Annamaria Furlan la prima trattativa sindacale a distanza che ha portato alla definizione di un protocollo che va a integrare quanto già stabilito dal decreto della presidenza del Consiglio dell’11 marzo scorso.

Al confronto in videoconferenza hanno partecipato per il governo il premier Giuseppe Conte, i ministri della Salute Roberto Speranza, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. “Con un percorso favorito dal governo, le parti sociali hanno firmato un protocollo condiviso per contrastare la diffusione del Coronavirus nei luoghi di lavoro. Così le aziende, anche facendo ricorso agli ammortizzatori sociali, potranno garantire ai lavoratori più sicurezza”, ha scritto su twitter Catalfo.

Nella notte Patuanelli ha fatto da ponte tra Confindustria e sindacati per trovare soluzioni ai punti più controversi. “Avete dato prova di essere all’altezza delle sfide che ci aspettano. Uniti per non fermare l’Italia”, ha scritto stamattina il ministro sui social.

I punti del protocollo

Entrando nel merito del protocollo per la sicurezza dei lavoratori, si lasciano libere le aziende di decidere come organizzarsi, ma si auspica anche l’interruzione della produzione. L’intesa è articolata in 13 punti. Ecco alcuni dei principali contenuti.
1 – Si autorizza la misurazione all’ingresso della temperatura dei dipendenti e si chiede agli di informare subito il datore di lavoro in caso durante il lavoro si manifestino sintomi sospetti.
2 – Se possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei propri mezzi: non è consentito l’accesso agli uffici per nessun motivo. Per le necessarie attività di approntamento delle attività di carico e scarico, il trasportato, occorre garantire la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivire dovrà attenersi alla rigorosa distanza di un metro. Per fornitori/trasportatori e/o altro personale esterno individuare/installare servizi igienici dedicati.
3 – L’azienda deve garantire la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi. In generale deve garantire la sanificazione periodica degli ambienti di lavoro.
4 – Non previsto obbligo di mascherine per chi non manifesta sintomi, come previsto dall’Oms. Qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche.
5 – Si dispone la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, comunque, di quelli dei quali è possibile il funzionamento mediante il ricorso allo smart work, o comunque a distanza. Prevista anche la rimodulazione dei turni per evitare che le persone si incontrino.
6 – Si favoriscono orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni (ingressi, spogliatoi, sala mensa). Dove è possibile, occorre dedicare una porta di entrata e una porta di uscita da questi locali e garantire la presenza di detergenti segnalati da apposite indicazioni.
7 – Nel caso in cui una persona presente in azienda sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria quali la tosse, lo deve dichiarare immediatamente all’ufficio del personale, si dovrà procedere al suo allontanamento/isolamento in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria e a quello degli altri presenti dai locali, l’azienda procede immediatamente ad avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il Covid-19 forniti dalla Regione o dal ministero della Salute.
8 – Si evidenzia la possibilità di interrompere la produzione per mettere in campo le varie misure e attrezzare le fabbriche. In questa fase i dipendenti sarebbero in cassa integrazione.

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