Cronaca
Triverese su Amore Criminale racconta il suo incubo
Triverese in una puntata di “Amore Criminale” racconta il suo incubo.
La storia di una giovane biellese
La storia di una giovane donna biellese è stata al centro dell’anteprima di “Amore Criminale”, il programma di Rai3 condotto da Veronica Pivetti.
Nella puntata di dieci minuti andata in onda domenica sera, infatti, l’autrice Matilde D’Errico ha intervistato Consuelo Ronzani, giurista di Biella specializzata in temi legati alla violenza di genere, problematica che ha vissuto sulla propria pelle, essendo stata lei stessa vittima di maltrattamenti in famiglia e stalking. Consuelo ha raccontato la propria storia d’amore, nata dopo un matrimonio fallito e rapidamente trasformatasi in un incubo. «All’inizio sembrava tutto perfetto – ha ricordato davanti alla telecamera -, sembrava veramente l’uomo della mia vita. Era proprio quello dei mie sogni». E con lui decide di andare a convivere e di crearsi una famiglia.
I particolari
«Era il luglio 2014 – ha spiegato Consuelo – e fino a che non mi sono ritrovata incinta lui è rimasto l’uomo perfetto di cui mi ero innamorata».
Tutto cambia proprio durante la gravidanza, mentre la donna – già madre di un bimbo nato dalla relazione precedente, con il quale il nuovo compagno aveva rapporti ottimi – è in attesa della sua seconda figlia. «Il nostro rapporto comincia a cambiare. Ha veramente preso la mia autostima – ricorda a distanza di tempo Consuelo -, che già era molto fragile a seguito della separazione con il mio ex marito, e l’ha frantumata».
Quindi l’intervista prosegue con il racconto del primo inquietante episodio, avvenuto in auto e scatenato da un paio di pantaloni bianchi indossati dalla donna: «Ha cominciato a insultarmi, dicendomi che vestita in quel modo sembravo una prostituta. Ha spalancato la portiera e mi ha detto “scendi, prostituta, tu in giro con me vestita in questo modo non vieni. Vestita così puoi andare a battere i marciapiedi, vattene”. Quindi ha chiuso la portiera e mi ha lasciato in mezzo alla strada».
Una dipendenza affettiva
La giornalista a questo punto domanda a Consuelo per quale ragione abbia subìto senza reagire, giustificando il compagno. «Da un lato mi rendo razionalmente conto che sta succedendo qualcosa che non va – ha risposto la donna – e che è grave e pericoloso. Ma nello stesso tempo sono fortemente aggrappata al ricordo del ragazzo di cui mi sono innamorata, che è l’uomo dei miei sogni. Ed è impossibile che l’uomo dei miei sogni sia diventato un mostro».
Gli episodi di violenza
La trasmissione procede con la ricostruzione dell’escalation e dei primi episodi di violenza. «Sempre per questioni legate a mio figlio – chiarisce Consuelo parlando di uno di questi episodi -, lui ad un certo punto non lo voleva proprio più».
«Mentre siamo seduti a tavola, scoppio a piangere dicendogli che volevo solo stare un attimo con mio figlio – ricorda, parlando di una di queste aggressioni -. E’ lì che lui si alza e mi scaraventa il tavolo contro la pancia. Ha cominciato a prendermi per le spalle e a sbattermi contro il muro. Non ha minimamente pensato né alla bambina né a me».
I ricordi
Consuelo però non reagisce ancora, non sa come uscire dall’incubo, anche perché non ha un posto dove rifugiarsi: «Quel giorno me ne sono stata in giro al freddo. Siamo nel mese di novembre. Dove vado a dormire, incinta e da sola?».
Una sera di dicembre, l’episodio decisivo: «Di nuovo litighiamo per mio figlio, a quel punto mi ribello – spiega alla giornalista -. Mi sbatte di nuovo contro il muro dicendomi: “Se questa sera ritorno e trovo quella merda di tuo figlio in casa, io vi ammazzo tutti e due”».
Quando Consuelo rimette piede in casa e lei e l’uomo si ritrovano da soli, la situazione precipita: «Si è girato e ha iniziato a picchiarmi, mi ha trascinata per i capelli. Mi sono trovata di nuovo sbattuta contro un muro, con le sue mani al collo. E lì ha iniziato a stringere. Ricordo solo che in quel momento ho pregato, ho cercato di liberarmi ma non riuscivo. Cercavo di dirgli di non uccidermi perché ero incinta. E ad un certo punto ricordo che lui mi ha lasciata».
E’ in quel momento che Consuelo prende coscienza di ciò che sta rischiando. «Ho dovuto arrivare al punto limite – è il rammarico della donna, espresso nel corso dell’intervista su RaiTre -. Non riesco a perdonarmi il fatto di non essermi mossa prima. Il mio tormento è: “Ma come ho fatto a ridurmi così”».
La denuncia ai carabinieri
Dopo questo fatto la donna sporge denuncia ai carabinieri e viene ospitata in una casa rifugio. Successivamente iniziano i comportamenti persecutori dell’uomo, che non accetta la separazione. Alla fine i carabinieri arrivano ad arrestarlo, nel gennaio del 2016. Dopo aver scontato sette mesi di custodia cautelare in carcere, viene processato e patteggia una pena di due anni, immediatamente sospesa perché subordinata alla condizionale.
L’anteprima di “Amore Criminale” – subito dopo è stata raccontata la storia di William, l’uomo bresciano sfigurato con l’acido dalla ex fidanzata e da un complice – si conclude con una domanda della giornalista, che chiede a Consuelo cosa voglia dire alle donne che l’hanno ascoltata e stanno vivendo situazioni analoghe.
Amore e violenza
«Veramente l’amore è esattamente l’opposto della violenza – è la sua risposta -. La violenza è un reato, è un comportamento gravissimo che non ha alcuna giustificazione. Puoi aver commesso la cosa più grave del mondo, ma nessun essere umano ha il diritto di picchiarti, di umiliarti, di insultarti. Nessun comportamento violento va accettato».
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