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Paura per l’inviato di guerra Ivo Bonato

Il reporter biellese e la giornalista Rai Lucia Goracci interrotti da un uomo armato durante una diretta

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paura per l'inviato di guerra

Paura per l’inviato di guerra Ivo Bonato: minacce da un colono. «Era all’interno di un’auto, mi sono avvicinato per capire cosa volesse e ho notato che aveva una pistola nella fondina». Inizia così il racconto dell’inviato sulla pericolosa vicenda della quale è stato protagonista insieme alla giornalista Lucia Goracci in Cisgiordania.

Paura per l’inviato di guerra Ivo Bonato

Il 29 luglio il reporter e cameraman biellese, inviato di guerra per la Rai in Medio Oriente, è stato minacciato da un colono israeliano. Proprio mentre si preparava, in attesa del servizio in diretta per la televisione di Stato italiana.

«È sceso dall’auto e ho avuto la conferma: aveva una pistola nella fondina alla cintola – racconta Bonato -. Ci ha fotografati e ha verificato chi fossimo. Poi probabilmente ha condiviso gli scatti su qualche gruppo social. E ha scoperto che poco prima avevamo già fatto un servizio dal villaggio di Umm al Kheir, poco distante, per raccontare l’uccisione di Awdah Athaleen per mano proprio di un colono».

I due inviati stavano tornando proprio da lì. A quel punto, per usare un eufemismo, la situazione si è scaldata. «È diventato minaccioso e aggressivo continuava a ripetere il nome del villaggio, a dire che eravamo dei bugiardi, amici dei palestinesi».

Quindi è risalito sul pick up e ha sbarrato la strada a Goracci e Bonato. «Continuava a sgommare, a suonare il clacson e ad accelerare – prosegue il reporter biellese -. Noi per sicurezza siamo saliti su una roccia per scongiurare la possibilità che togliesse il piede dalla frizione e ci investisse».

Nel frattempo è partita la diretta e per tutta la durata del collegamento gli italiani hanno potuto udire i colpi di clacson del pick-up in sottofondo.

«È rimasto finché non ce ne siamo andati, per fortuna non ci ha seguiti» sottolinea Bonato.

Subito virale

La notizia ha fatto rapidamente il giro del Paese e dei media, suscitando lo sdegno e la condanna da parte dei sindacati e della federazione dei giornalisti. Purtroppo aggressioni e intimidazioni nei confronti degli inviati in Israele e in Palestina sono fin troppo frequenti. Senza contare i giornalisti morti a Gaza dall’inizio del conflitto.

«È difficile da immaginare dall’Italia – conclude Bonato -, ma in Cisgiordania la situazione è pesante e sempre più difficile. I coloni dei territori occupati sono tutti armati e spesso totalmente impuniti, si sentono intoccabili. Altre volte sono stati anche più aggressivi. Una ventina di giorni fa, ad esempio, hanno distrutto un’auto della Bbc. Per loro è semplice: sei stato in quel villaggio? Allora sei amico dei palestinesi».

E sentirtelo dire da un uomo che ha con sé una pistola fa tutto un altro effetto: «È ovvio che ti senti minacciato. Sei in mezzo al nulla, lui è armato… non puoi sapere che intenzioni abbia».
LEGGI ANCHE: Razzi sul giornalista biellese Elia Milani che si trova in Medio Oriente

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1 Commento

1 Commento

  1. ettore

    8 Agosto 2025 at 14:42

    UN INVIATO DI GUERRA VA DOVE C E LA GUERRA O SBAGLIO?

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