Cronaca
“Le maestre di Strona non sono violente, ma giustamente severe e autorevoli”
«A seguito delle notizie lette sui giornali e sui social nei giorni scorsi sulla nostra scuola dell’Infanzia di Strona, crediamo fermamente che sia importante fare alcune precisazioni. Al giorno d’oggi la maggior parte delle persone è solita trarre conclusioni affrettate su ciò che si legge sui giornali dove vengono pubblicati nomi e cognomi, con la conseguenza che gli articoli vengono impropriamente utilizzati dagli utenti dei social per infangare la carriera di esperte insegnanti», inizia così la lettera di 94 stronesi che vogliono difendere le insegnanti condannate dal tribunale di Biella per metodi di insegnamento giudicati troppo duri.
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«La scuola dell’Infanzia di Strona è stata, nel tempo e tutt’ora, funzionale e scelta da molte famiglie proprio grazie all’operato delle insegnanti che vi hanno lavorato e che vi lavorano – spiegano in una lettera i 94 firmatari che sono genitori, nonni, ma anche volontari -. Detto questo, è giusto puntualizzare che nella sentenza di giudizio di primo grado, non si parla di maltrattamenti bensì di “abusi di mezzi di correzione” (reato minore), pertanto le insegnanti possono lavorare poiché non vi è stata alcuna sospensione».
Il metodo di insegnamento non viene punito perchè quelle maestre in paese le conoscono tutte e sanno quanto tengono ai propri bambini: «Quello che le insegnanti hanno fatto è stato semplicemente cercare di educare atteggiamenti sbagliati (come si vede nei video che i genitori hanno visionato) in un contesto non del tutto facile da gestire; in diversi episodi era essenziale che loro fossero autorevoli e severe affinché non fossero arrecati danni ad altri bambini che hanno il diritto di frequentare una scuola al cui interno vi sia un ambiente rilassato, sereno e sicuro dove poter apprendere i valori fondamentali della crescita. Questo è il quadro che emerge dai video e su cui varrebbe la pena riflettere».
La lettera ha avuto una forte condivisione: « Tra di noi c’è chi è genitore, chi è stato alunno di queste insegnanti e chi, per varie mansioni (quali scodellamento, pre e post orario, associazioni varie o per lavori di manutenzione vari), ha con le suddette collaborato giornalmente condividendone, ahimè, anche i “problemi quotidiani”».
Tanta solidarietà dunque nonostante la condanna da parte del tribunale: «Alla luce di tutto ciò, ci sentiamo in dovere di spendere per queste insegnanti solo parole buone sul loro operato ma anche sul loro buon cuore e amore nei confronti di tutti i bambini che sono stati a loro affidati. Vogliamo pertanto ringraziarle pubblicamente per aver aiutato e supportato le famiglie, per averle molte volte aiutate in situazioni personali (anche delicate) e per aver fatto il possibile nel dare educazione ai bambini senza mai discriminare o escludere nessuno! E’ doveroso da parte di tutti noi confermare e rafforzare pubblicamente la stima nei loro confronti, poiché non bisogna dimenticare che, oltre ad essere insegnanti, sono persone, donne che rivestono il ruolo di mamme e nonne … questo forse troppe persone dall’insulto facile e dalla scarsa sensibilità se lo sono dimenticato».
Foto di repertorio
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