Biella
“La vita di mio fratello Andrea Maiolo vale solo tre anni di galera”
Scrive Alessia Maiolo, sorella di Andrea, giovane biellese ucciso dalla coltellata di Gregory Gucchio, all’epoca fidanzato della ragazza
«Egregio direttore, sono Alessia Maiolo. Sino ad ora non ho mai detto nulla, ma adesso sento il dovere di fare sentire la mia voce».
Alessia Maiolo scrive per la prima volta: “La vita di mio fratello Andrea vale solo tre anni di galera”
Inizia così la lettera inviataci dalla sorella di Andrea Maiolo, il giovane biellese ucciso nella pasticceria di famiglia di viale Macallè da una coltellata inferta da Gregory Gucchio, all’epoca fidanzato di Alessia, nonché impiegato proprio nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi per i familiari della vittima è arrivata una doccia ghiacciata: la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha sentenziato che quanto accaduto non fu omicidio volontario, bensì eccesso colposo di legittima difesa.
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Raggiunto concordato in appello: a Gucchio una pena di tre anni
Una volta riqualificato il reato, la procura generale ha raggiunto un concordato in appello con i difensori di Gucchio, gli avvocati Cristian e Andrea Conz ed Eden Veronese. La corte ha quindi formulato una sentenza che abbassa sensibilmente la pena inflitta in primo grado: da dieci anni si è scesi a tre.
Gucchio, che ha già scontato un anno in carcere e che attualmente è ai domiciliari, difficilmente tornerà dunque dietro le sbarre. Gli restano infatti da scontare un anno e due mesi, per i quali probabilmente potranno scattare misure alternative.
La notizia è stata un duro colpo per Antonio e Alessia Maiolo, padre e sorella di Andrea, assistiti dall’avvocato Francesco Alosi.
Per questa ragione, per la prima volta dalla morte del fratello, la giovane donna ha deciso di intervenire ed esprimere tutta la propria profonda delusione.
“Speravo nella giustizia, ma vedo che non è stato così”
«Speravo nella giustizia, ma vedo che così non è stato – spiega -. Quel maledetto 2022 era un anno complicato sia per me che per mio padre e per mio fratello. Stavamo affondando il lutto di nostra madre. Eravamo tutti a pezzi, era un’enorme dolore, che per mio fratello era ancora più amplificato. Sia io che mio padre sapevamo che aveva solo bisogno di aiuto e stavamo cercando di fare il possibile. Non è stato quello il modo».
“Ha trattenuto con forza mio fratello e l’ha pugnalato davanti ai miei occhi”
«Sentirsi dire che quello che è successo è accaduto per difendermi e per difenderci mi fa venire solo il voltastomaco – continua -. Noi a Gucchio non abbiamo chiesto di intervenire, noi gli avevamo detto espressamente di stare nel retro e non fare nulla e che ce ne saremmo occupati noi. Gucchio sapeva benissimo che avevo chiamato la polizia, per il bene di mio fratello, per farlo aiutare. Le mani di Gucchio hanno cercato e preso il coltello dal cassetto per avventarsi contro mio fratello. Ha trattenuto con forza mio fratello e l’ha pugnalato davanti ai miei occhi, dichiarando solamente “l’ho accoltellato, vado in galera, vado in galera”».
“Lui non ci ha difesi, lui ha distrutto me e la mia famiglia”
La sentenza ha sancito che per il diritto fu eccesso colposo di legittima difesa, una ricostruzione difficile da digerire per i familiari della vittima: «Lui non ci ha difesi, lui ci ha distrutti, ha distrutto la mia famiglia. Ha distrutto me – ribadisce Alessia Maiolo -. Se la Procura Generale avesse visto il video non avrebbe mai consentito un patteggiamento per eccesso colposo di legittima difesa. Non saranno i soldi di un ipotetico risarcimento a ridarmi mio fratello. Voglio solo che si sappia una cosa: le sue mani saranno sempre sporche del sangue di mio fratello la cui vita vale solo tre anni di galera, che non si farà. È questa la Giustizia?».
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