Cronaca
Falsi agenti immobiliari in azione in Valle Elvo. La trattativa era una truffa: rubati 130mila euro
BIELLA – Si fingono mediatori immobiliari per la vendita di una villa in Valle Elvo del valore di circa 4 milioni di euro e rubano ben 130 mila euro in contanti, dati dal proprietario come garanzia di liquidità per l’operazione. A scoprire tutto, la Procura della Repubblica di Biella e l’Arma dei Carabinieri, che hanno effettuato una serie d’indagini e incastrato due fratelli e un loro complice, accusandoli del colpo messo a segno sotto il Mucrone alcuni mesi fa.
L’autorità giudiziaria dovrebbe inoltre arrivare, nei prossimi giorni, a individuare un altro componente della banda, specializzata in questo tipo di furti e di truffe tra Toscana ed Emilia Romagna. A finire nei guai sono cittadini piemontesi residenti nel Torinese: A.G. di 47 anni, B.G.di 55 anni e M.F. di 64 anni. I fatti sono stati resi noti ieri, nel corso di una conferenza stampa alla presenza del procuratore capo Teresa Angela Camelio, il pubblico ministero Sarah Cacciaguerra e il tenente colonnello del nucleo investigativo dell’Arma Massimo Colazzo.
Incredibili le modalità che hanno portato la vittima a perdere l’ingente cifra in denaro. In pratica la banda, attraverso annunci immobiliari, forse su riviste online specializzate, è venuta a sapere della volontà del cittadino biellese di vendere il proprio pregiato immobile. Il gruppo quindi si è subito presentato, assicurando l’esistenza di acquirenti (improbabili cittadini russi) interessati all’affare. Da qui è partita una lunga trattativa nel corso della quale i componenti della banda hanno carpito la fiducia del cittadino biellese, sia con lunghe telefonate via cellulare sia attraverso veri e propri incontri e sopralluoghi dell’immobile di pregio. Nel corso degli incontri i tre torinesi avrebbero sempre assicurato di poter vendere l’immobile, chiedendo ovviamente una percentuale per la loro intermediazione. Dopo una serie di finti accordi, i tre, avrebbero voluto verificare (fraudolentemente) la solidità economica del venditore, attraverso la visione della loro parte nell’affare. Inizialmente chiedevano 200 mila euro, per poi fingere di accontentarsi di 130 mila. Qui la vicenda assume dei contorni che hanno dell’incredibile. La banda infatti riesce a convincere il venditore a mettere tutti i soldi in contanti in tre scatoloni con il coperchio di vetro, da sigillare e poi consegnare dopo la vendita. L’operazione avviene nella villa biellese, con il venditore che si fa assistere dai familiari per sentirsi più sicuro. I componenti della banda, però, con grandissima abilità, per non dire altro, durante l’incontro, riescono a sostituire i tre scatoloni pieni di soldi con altri, che hanno banconote solo nella parte superficiale che si vede attraverso il vetro. E così dopo i saluti e l’appuntamento a vedersi nei prossimi giorni, i tre torinesi spariscono dalla circolazione, distruggendo i cellulari con cui avevano effettuato le telefonate. Dopo qualche tempo che il venditore biellese non riesce a contattarli, finalmente insospettito, apre gli scatoloni e scopre che sono vuoti e capisce di essere stato truffato.
Paolo La Bua
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