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Cronaca

Dopo 23 anni di oblio sul dramma di Sagliano Micca chiesta la riapertura del caso

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Dopo 23 anni di oblio, il caso di Sagliano Micca è tornato prepotentemente alla ribalta della cronaca. A puntare i riflettori su una terribile storia dimenticata è stata Selvaggia Lucarelli, che in un’inchiesta pubblicata alcune settimane fa sul Fatto Quotidiano ha portato a galla i collegamenti con i recenti fatti di Bibbiano e il “caso Veleno”: alcuni dei nomi degli indagati di oggi, infatti, sono gli stessi dei protagonisti della vicenda giudiziaria dell’epoca, così come alcune circostanze. Una serie di parallelismi che hanno spinto la giornalista a definire quello di Sagliano come il “caso zero” e a venire a Biella, ieri, lunedì 16 settembre, per un confronto con il pubblico.

Notizia di oggi, invece, è che la parlamentare biellese della Lega, Cristina Patelli, ha presentato in Parlamento un’interrogazione proprio su questo drammatico episodio per richiedere la riapertura delle indagini.

Riportiamo integralmente tale richiesta.

INTERROGAZIONE  PARLAMENTARE A RISPOSTA ORALE IN AULA.

Oggetto: richiesta di riapertura delle indagini sul cd. Dramma di Sagliano Micca

Premesso che

  • nel 1996 la cronaca italiana fu sconvolta dal cosiddetto “dramma di Sagliano Micca”, finito sui quotidiani nazionali sia per l’oggetto dell’indagine giudiziaria, sia per il suo tragico epilogo;

  • i fratelli Guido Ferraro e Maria Cristina Ferraro, padre e madre di due bambini, e i loro genitori, la nonna Alba e il nonno Attilio, furono accusati di aver abusato rispettivamente dei propri figli e dei propri nipoti, fin da quando questi avevano appena tre anni;

  • il 5 giugno 1996, nel giorno della prima udienza del processo che li vedeva come imputati, i quattro componenti della famiglia Ferraro si suicidarono inghiottendo pillole di sonnifero e respirando i gas di scarico della loro Fiat Uno;

premesso, inoltre, che

  • la vicenda processuale fu preceduta da una travagliata fase di indagine nella quale si sono susseguite le confessioni e le ritrattazioni dei teste chiave, i due figli dei fratelli Guido e Maria Cristina Ferraro, sulle cui rivelazioni vi fu sempre il sospetto di manipolazioni da parte della moglie di Guido – Daniela – in fase di separazione dal marito e in cattivi rapporti con la famiglia Ferraro;

  • il processo si concluse con una sentenza di improcedibilità in seguito alla morte dei quattro imputati, lasciando in questo modo una vicenda così grave senza una verità incontrovertibile;

considerato che

  • la tesi dell’abuso famigliare, sostenuto dall’accusa e dal PM Alessandro Chionna, si basava sulle perizie del Centro Studi di Moncalieri “Hansel e Gretel”, in particolare su quella di Cristina Roccia, la psicoterapeuta scelta dal pubblico ministero, e di Claudio Foti, psicologo, direttore del Centro Studi e marito di Roccia all’epoca dei fatti;

tenuto conto che:

  • alcune delle persone e dei professionisti coinvolti nelle indagini del “dramma di Sagliano” sono più volte assurti all’onore delle cronache per indagini inerenti al più ampio ambito della sessualità legato ai bambini e alla circonvenzione di minore;

  • i nomi che ricorrono in almeno tre fatti di cronaca degli ultimi 25 anni sono quelli di Claudio Foti, della ex moglie Cristina Roccia e del Centro studi Hansel e Gretel, implicati, seppur con modalità diverse, nella vicenda risalente al 1998 e comunemente ricordata come “Diavoli della Bassa modenese” o “pedofili della bassa modenese”, nella recentissima indagine intorno ai fatti di Bibbiano oltre che al caso oggetto della presente interrogazione;

  • in tutte e tre le vicende sopra ricordate l’oggetto delle indagini sono i rapporti dei bambini con le famiglie di provenienza con l’obiettivo di allontanare i figli dalle famiglie di origine, attraverso testimonianze rese dai piccoli a psicologi e terapeuti con metodologie considerate non ortodosse;

precisato che

  • in particolare la vicenda che ha avuto luogo tra il 1997 e il 1998 ha inquietanti tratti in comune con quella di Sagliano in quanto, dalle accuse di pedofilia e satanismo sollevate contro 20 persone e nonostante un iter processuale lungo e travagliato, le imputazioni più pesanti per la maggior parte degli indagati non sono state provate e le uniche condanne hanno interessato sette persone con accuse e pene molto lievi: sono stati ritenute colpevoli di abusi domestici ma senza alcuna impronta rituale;

  • tale sentenza, confermata nel 2002 in Cassazione, ha smontato la pista satanista e ha parlando esplicitamente di “falso ricordo collettivo”;

precisato, inoltre, che:

  • la Corte d’Appello nel 2013 ha assolto per l’ennesima volta gli imputati e ha usato parole durissime per gli inquirenti e specialmente per chi ha interrogato i bambini come le psicologhe definite “oggettivamente inesperte” e il loro approccio “assolutamente censurabile […] perché del tutto impropriamente veicola nella mente dei bambini dati e informazioni che ne possono contaminare ogni successivo racconto”;

rilevato che

  • Roccia, nell’inchiesta Veleno, relativa ai “diavoli della bassa modenese”, è stata identificata quale una delle consulenti del Tribunale di Modena all’epoca dei processi;

  • durante le indagini in corso sulla vicenda di Bibbiano Foti è stato agli arresti domiciliari, ha oggi obbligo di dimora nel Comune di Moncalieri e risulta indagato per aver falsato i ricordi di alcuni bambini al fine di poterli allontanare dalle famiglie naturali, con lo scopo di accumulare consulenze e far guadagnare i genitori affidatari nel caso di Bibbiano;

considerato che:

  • nel luglio scorso, Selvaggia Lucarelli sulle colonne de il Fatto Quotidiano ha rievocato il caso di Sagliano definendolo: “il caso zero nella catena che lega l’associazione Hansel e Gretel a storie controverse di abusi su minori”;

  • risulti particolarmente inquietante il fatto che il Centro studi con sede a Moncalieri “Hansel e Gretel”, sia parte in causa in tutti e tre i procedimenti giudiziari: attraverso il suo Direttore Claudio Foti, la sua ex moglie, Cristina Roccia, e l’attuale compagna di Foti, Nadia Bolognini, direttore dell’area evolutiva del medesimo centro studi;

sottolineato che:

  • per le motivazioni riassunte nella presente interrogazione, la psicologa Alessandra Lancellotti, che all’epoca seguì la famiglia Ferraro come consulente di parte, ha recentemente dichiarato che: “ancora oggi molti bambini vengono portati via dai rispettivi genitori per presunti abusi sessuali falsi, al solo scopo di guadagnare da un grande giro di soldi e interessi, e di fatto distruggendo famiglie intere e la vita di bambini. Riaprire il caso di Sagliano Micca consentirebbe di metter luce alle responsabilità dell’epoca”.

  • tale richiesta assume particolare importanza alla luce del concetto secondo il quale in uno Stato di diritto la ricerca della giustizia sia il presupposto fondamentale per la pacifica convivenza dei cittadini all’interno di uno Stato;

ritenuto che:

  • la comunità biellese sia stata violentemente scossa dalla vicenda della famiglia Ferraro e dalle conseguenze che ne sono derivate – il suicidio di persone conosciute e perlopiù amate all’interno di detta comunità è ancora oggi una ferita non rimarginata;

rilevato che:

  • il Centro Studi “Hansel e Gretel” ha beneficiato nel maggio del 2019 di un contributo da parte del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle in Regione Piemonte, figurando tra le 11 associazioni che il Gruppo consiliare stesso ha ritenuto meritevoli di ricevere una donazione dal fondo privato formatosi in seguito dalla rinuncia di parte delle indennità degli stessi Consiglieri 5 stelle;

si chiede di sapere se:

  • pur considerando le garanzie costituzionali di indipendenza degli organi dello Stato ed in particolare della magistratura, sancito dall’art. 104 della Costituzione, alla luce dei fatti emersi in altre circostante e che vedono oggi accusati per simili capi d’imputazione persone già coinvolte nel dramma di Sagliano e in altri gravissimi fatti di cronaca italiana, il Ministro competente non ritenga necessario sollecitare la riapertura delle indagini del caso di Sagliano Micca, al fine di pervenire ad una verità incontrovertibile capace di rendere giustizia alle vittime e restituire al contempo serenità ad una comunità scossa dagli eventi, e fiducia nella giustizia italiana ai nostri concittadini;

On. Cristina PATELLI – deputato Lega – Salvini premier

 

Se volete vedere il documentario integrale che ricostruisce quei drammatici fatti cliccate qui.

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