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Cossato: «Mia figlia di 13 anni aggredita verbalmente da una no vax»

La madre racconta quanto successo all’adolescente: «Stava per scoppiare in lacrime. Il papà ha il cancro e lei ha il terrore di portare virus a casa»

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COSSATO – «Togli quella mascherina che tanto non serve a niente. Non credere a quello che ti dicono. Non essere ingenua… il vaccino non serve a niente» queste sono solo alcune delle frasi lanciate all’indirizzo di Anna (nome di fantasia), una ragazzina di 13 anni che l’altro giorno camminando per Cossato è stata aggredita verbalmente da una manifestante no vax.

A raccontare esattamente come sono andate le cose è la mamma di Anna, Laura (altro nome di fantasia per tutelare la minore), che ancora sconvolta non riesce a capacitarsi di quanto accaduto a sua figlia.

«Giovedì Anna, dopo essere uscita da scuola, mi ha chiesto il permesso di fare un giro con una sua amica e così le due ragazzine sono andate, come fanno spesso, in via Mazzini vicino al distributore Esso nei pressi del Penny Market a Cossato – racconta la donna -. I ragazzini si trovano lì per chiacchierare e stare un po’ in compagnia. Ero già d’accordo con mia mamma perché andasse a prenderla, io, purtroppo, non potevo».
E poi cosa è successo?
Quando la nonna è andata a recuperarla, ha subito notato che qualcosa non andava. Anna era arrabbiatissima, sul punto di scoppiare in lacrime. Ovviamente mia mamma si è preoccupata e le ha immediatamente chiesto cosa fosse accaduto.
E Anna cosa ha risposto?
Ha raccontato che nei pressi del Penny c’erano alcune persone che manifestavano contro il green pass e che lei, nel gruppetto, aveva riconosciuto una persona. Da ragazzina educata, quindi, l’ha salutata… da lì è cominciato tutto.
Ovvero?
Questa signora l’ha aggredita verbalmente, ha iniziato a dirle che doveva togliersi la mascherina, che non serviva, che non doveva credere a tutto quello che le dicevano, che era un’ingenua, una sciocca, che il vaccino non serviva e altri commenti simili.
E sua figlia come ha reagito?
Inizialmente è rimasta scioccata, poi, essendo lei una ragazzina molto matura, ha cercato di spiegare le sue motivazioni. Ha raccontato che la sua scelta di fare il vaccino è legata alla malattia di suo papà. Purtroppo mio marito lotta contro il cancro da oltre 10 anni, mia figlia conosce la parola chemioterapia da quando ha tre anni… Ha spiegato che portare un virus a casa per lei poteva fare la differenza tra la vita e la morte del suo papà. Da grande ha deciso che farà il medico proprio per aiutare le altre persone.
Poi è andata via?
Sì. Ma dentro le sono rimaste una profonda arrabbiatura e amarezza. Quando è arrivata a casa ne abbiamo parlato e lei si è sfogata. Ancora questa mattina (venerdì per chi legge) era scossa per quanto accaduto si sentiva umiliata, trattata come una stupida.
Lei cosa le ha detto?
Le ho spiegato che una donna, soprattutto lei che nonostante la giovane età ha dovuto vivere esperienze molto pesanti emotivamente, non deve mai abbassare la testa che, sempre con educazione e rispetto, deve esprimere la sua opinione. Spesso le ripeto che “ci sono solo due momenti in cui una donna deve abbassare la testa: in chiesa, davanti a nostro Signore, e per ammirare la bellezza delle proprie scarpe…”.
Qual è la morale di questa storia?
Penso che si stia perdendo il senso della misura, aggredire così una ragazzina… Io e mio marito, appena abbiamo potuto, ci siamo vaccinati, ma quando è stato il momento di decidere per i nostri figli – Anna ha un fratello – abbiamo chiesto loro cosa intendessero fare, non abbiamo imposto nulla. Comprendo e rispetto chi non la pensa come me, però vorrei che le persone facessero altrettanto. Adesso spero solo che Anna si lasci alle spalle questo brutto episodio e che la rabbia svanisca velocemente.

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