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Cronaca

Coronavirus, la testimonianza dei genitori di un ragazzo contagiato

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I genitori del ragazzo di Codogno risultato positivo al coronavirus hanno deciso di scrivere alla stampa, attraverso il loro legale, descrivendo come sono andate le cose, dal sospetto fino alla conferma della positività. Nella nota, diffusa dall’avvocato Ezio Trabucchi, non mancano l’amarezza e la delusione per il fatto che l’esito del test fosse di dominio pubblico prima ancora di essere comunicato alla famiglia.

Pubblichiamo di seguito uno stralcio della lunga testimonianza, il testo integrale è stato riportato dai colleghi di Prima la Valtellina.

Siamo i genitori del ragazzo (di Valdidentro), risultato positivo al coronavirus.
Abbiamo saputo della positività di nostro figlio solamente nella tarda mattinata di oggi, leggendo la notizia diffusa dai media (giornali e social).

Sconcertati per questo modus operandi e soprattutto preoccupati per la salute di nostro figlio, abbiamo contattato l’avv. Ezio Trabucchi, chiedendo di svolgere tutte le verifiche necessarie.

(…) Ciò premesso, dobbiamo precisare alcuni aspetti della vicenda, a fronte di notizie totalmente infondate diffuse dai media nelle ultime ore: nostro figlio, classe 2002, frequenta la scuola agraria di Codogno e da Codogno è giunto a casa in Valdidentro alle 17 di venerdì 21 febbraio. Alle 21,30, senza sintomi in particolare ma sentendo cosa dicevano alla televisione, ha misurato la febbre: 38,3 gradi.

Noi genitori abbiamo chiamato il 112 come da indicazioni e dopo 20 minuti è stato detto al ragazzo di non preoccuparsi e tenere la febbre misurata. Alle 23,30 del venerdì siamo stati contattati ancora dal 112, il quale, visto l’evolversi della situazione, ci comunicava che era il caso di andare a Lecco la mattina seguente per fare il tampone.

Alle otto di sabato 22 febbraio, il 112 ci ha risentiti, comunicando che verso le undici e mezza gli operatori sanitari sarebbero passati a casa a fare il tampone a nostro figlio nonché a fare gli esami del sangue al ragazzo e a noi genitori.

(…) Nostro figlio sta abbastanza bene e pare che la sua situazione non desti particolare preoccupazione.
Inutile dire che, senza voler fare polemiche, il venire a sapere della positività di nostro figlio in questo modo non è francamente condivisibile. Siamo rimasti in angoscia per tante ore senza avere notizie dirette.
Ora vogliamo solo pensare alla salute del nostro ragazzo, sperando in bene.

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