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Biella

Chiavazza: è Gabriele Maffeo il ragazzo trovato morto nel cassonetto

Fermate dalla polizia quattro persone. Sono sospettate di omicidio in concorso e soppressione di cadavere

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Si chiamava Gabriele Maffeo e aveva 33 anni l’uomo trovato senza vita in un cassonetto a Chiavazza.

Il macabro ritrovamento è stato fatto dagli agenti delle volanti in via Coppa, nella zona di Regione Croce, grazie alla segnalazione di un residente che aveva notato alcuni soggetti aggirarsi in modo sospetto nei pressi dei cassonetti, trasportando apparentemente un oggetto di notevoli dimensioni.

I poliziotti hanno trovato il 33enne, residente a Occhieppo Inferiore, avvolto in un tendone di plastica all’interno di un sacco nero della spazzatura, con in testa una sacca di nylon il tutto legato con nastro adesivo e cavi.

Sul posto sono quindi immediatamente intervenuti il personale della squadra mobile e del locale gabinetto di Polizia scientifica per gli accertamenti e i rilievi. L’immediata ed intensa attività di indagine, soffermatasi soprattutto sull’audizione di alcuni testimoni, coordinata direttamente sul luogo dell’intervento dalla Procura della Repubblica di Biella, ha condotto al fermo di polizia giudiziaria nei confronti di quattro soggetti (3 uomini e 1 donna) indiziati del delitto di omicidio in concorso e soppressione di cadavere.

I soggetti, italiani e residenti nel Biellese, di età compresa tra i 24 e i 42 anni, sono stati accompagnati presso gli Uffici della Questura per l’esecuzione del provvedimento. Al termine dell’attività, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno, associati presso la casa circondariale di Biella e Vercelli.

Si tratta di Giuseppe Bonura, 42 anni, Marina Coda Zabetta, 34, Alessandro Solina, 32, e Simone Perra, 24.

Già domani, accompagnati dai rispettivi avvocati, potrebbero comparire davanti al giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia. Per il momento il reato ipotizzato dagli inquirenti è quello di omicidio in concorso, ma non si può ancora escludere con assoluta certezza che la vittima sia deceduta per altre ragioni e che gli indagati si siano limitati a tentare di far sparire il corpo.

Ancora tutta da verificare e definire poi, ovviamente, l’entità dell’eventuale coinvolgimento dei singoli.

Al momento non sono stati definiti con certezza i motivi dell’azione criminosa. Sul punto indagini in corso da parte della Procura della Repubblica e squadra mobile.

Qualora venisse confermata l’ipotesi dell’omicidio, si tratterebbe del secondo caso nel giro di pochi mesi a Chiavazza.

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